Gli auguri si fanno seguire, solitamente, da un punto esclamativo. Oggi è possibile? Credo proprio di no.

A meno di essere tacciati di superficialità o di indifferenza a tutto quanto ci circonda.

L’attenzione e, vorrei dire, l’apprensione dell’Europa è focalizzata sull’invasione che la Russia ha compiuto nei confronti dell’Ucraina. Chi ha i capelli bianchi come me si ricorda le invasioni dell’Ungheria e della Cecoslovacchia da parte dell’Urss su richiesta di “governi amici” che vedevano sgretolarsi il loro potere sotto l’avanzare delle idee democratiche delle loro società.

La storia si ripete perché le popolazioni della Russia e dei suoi satelliti stavano accarezzando l’idea di nuove libertà che avrebbero mandato a casa dittatori come Putin. Ecco, allora, ripetersi scenari di violenza nei confronti di chi se n’era già andato dalla “madre Russia” e poteva rappresentare un pericolo troppo confinante con uno Stato che muoveva i primi vagiti di aspirazioni democratiche.

La devastazione, umana e materiale, dell’Ucraina da parte dell’esercito russo è davanti agli occhi del mondo. Intere città rase al suolo, fosse comuni di cittadini inermi trucidati, bambini deportati e altri uccisi, donne in fuga con addosso l’essenziale, milioni di profughi animano le cronache quotidiane di televisioni e giornali.

A ciò si aggiunge l’ipotesi realistica di difficoltà economiche che complicheranno la vita quotidiana di milioni di persone anche negli Stati non coinvolti direttamente dallo scenario di guerra.

Il richiamo costante alla trattativa da parte di Papa Francesco rimane inascoltato e il rischio di un innalzamento del livello delle azioni militari diventa ogni giorno più concreto. Con la conseguenza di un allargamento del conflitto che porterebbe nuove sofferenze e nuovi lutti.

Di fronte alle immagini che scorrono davanti ai nostri occhi, che lacerano il cuore, ma che rischiano di creare assuefazione per il protrarsi nel tempo, è urgente ricercare tutte le strade per un percorso che fermi la guerra, le sue atrocità, le sue devastazioni e permetta di porre un punto fermo da cui ripartire.

Certamente è tutto più difficile di prima ma la coscienza individuale e collettiva non può essere soffocata da egoismi dai quali si esce senza soluzioni anche per coloro che li hanno coltivati.

Allora, sarà Buona Pasqua!

Pasqua 2022