PAPA FRANCESCO UN FARO PER L’UMANITÀ
In questi giorni, giustamente, fiumi di parole hanno accompagnato il ritorno alla Casa del Padre di Papa Francesco, commentandone l’azione pastorale e di governo manifestata in dodici anni di pontificato.
Ognuno di noi porta con sé un’immagine, un ricordo, un atteggiamento specifico, uno sguardo, un sorriso, un velo di tristezza e di sofferenza che Papa Francesco ci ha abituati a cogliere perché non sapeva nascondere i suoi stati d’animo.
Venuto “dalla fine del mondo” è andato a cercare le pecore del suo ovile, insieme a quelle che ne erano uscite o non vi erano mai entrate, negli angoli più lontani e sperduti del pianeta, in comunità cattoliche di netta minoranza nelle loro realtà sociali e politiche.
Ha stupito il mondo – e non pochi cattolici ancorati a schemi e rituali radicati in una religiosità di facciata - annunciando una “Chiesa in uscita”, una “Chiesa come un ospedale da campo”, una “Chiesa missionaria”: tutti concetti ampiamenti descritti nel primo capitolo della “Evangelii gaudium”, che altro non è se non “la gioia del Vangelo”.
Nella “Laudato si”, l’enciclica sulla cura della casa comune, Papa Francesco sottolinea che “questa sorella (la Terra, ndr) protesta per il male che le provochiamo, a causa dell’uso irresponsabile e dell’abuso dei beni che Dio ha posto in lei. Siamo cresciuti pensando che eravamo suoi proprietari e dominatori, autorizzati a saccheggiarla”.
Guarda caso, lunedì 28 aprile “Il Sole 24 Ore” titolava in prima pagina un servizio sull’indice del clima: “Piogge, caldo e aria stagnante: eventi estremi in crescita”, con una “classifica con il miglior clima” delle province italiane dove Alessandria è al 104esimo posto, seguita da Asti, Terni e Caserta che chiudono la graduatoria.
Un Papa come Francesco ha rappresentato un faro per tutta l’umanità, in particolare per coloro che non esitò a definire “gli scarti”: poveri, reietti, abbandonati, respinti, vilipesi, quell’umanità che troviamo anche lungo le nostre strade con la tentazione di scostarla come una lebbra. E proprio gli ultimi – coloro che Francesco aveva accolto, quando non addirittura cercato, nelle stanze del Vaticano - lo hanno salutato con una rosa bianca all’ingresso nel suo sepolcro in Santa Maria Maggiore.
I “potenti” - fra i quali diversi commentatori hanno identificato degli “ipocriti” per i loro comportamenti contrari a Papa Francesco o che ne hanno vantato artatamente l’applicazione dei suoi consigli – hanno comunque reso omaggio ad un uomo che ha saputo parlare con la forza del Vangelo a tutti, senza distinzioni di nascita, di colore, di lingua, di religione, indicando nell’ascolto e nell’accoglienza le strade obbligate per un’umanità che voglia evitare il proprio suicidio.
Papa Francesco, nella sua ultima Pasqua terrena, ha voluto incontrare ancora una volta il popolo che gli era stato affidato dal giorno della sua elezione a Vescovo di Roma. Ma poche ore prima, nonostante le condizioni fisiche, ha voluto salutare personalmente uno degli “scarti” della società ai quali per anni ha baciato i piedi durante la liturgia del Giovedì santo: i carcerati. E la memoria ci riporta all’opera di don Angelo e alle responsabilità che ci ha lasciato.
Nel pellegrinaggio continuo del “popolo di Francesco” non c’è una regia ma una spontaneità di cuore come il giorno dell’ingresso di Gesù in Gerusalemme. Purtroppo, altre “regie” sono all’opera per cercare di cancellare quel vento nuovo che dentro la Chiesa ha cominciato a soffiare con l’elezione di Papa Giovanni ma nessuno, per ora, ha trovato la soluzione per dirottare lo Spirito Santo!
Marco Caramagna
Alessandria
LE MUSICHE TRADIZIONALI TIROLESI E
LE SONATE PER VIOLINO E CEMBALO DI BACH
Il 6 e 7 maggio al “Vivaldi”
Martedì 6 alle 17 si apre il ricco maggio musicale del "Vivaldi" con la famiglia tirolese Runggatscher interprete di un gioioso concerto per l'Altra Musica in Auditorium Pittaluga; mentre si concludono il 7 maggio, sempre alle 17 in Auditorium Pittaluga, i Mercoledì del Conservatorio con le sei sonate per violino e cembalo di JS Bach
Mentre si annuncia un maggio pieno di sorprese al Conservatorio "Vivaldi" con i concerti per le scuole di Entriamo nella Casa della Musica e il principio della rassegna di eventi Casta Diva dedicata all'opera al femminile, sono collegati ancora alle rassegne invernali de i mercoledì del Conservatorio e l'Altra Musica i primi due appuntamenti musicali del mese presso l'Auditorium Pittaluga di via Parma, 1 (Alessandria)
E' in programma infatti, per martedì 6 maggio alle 17 in Auditorium, il concerto della Familienmusik von Tirol. Il sesto e penultimo evento della rassegna di musica etnica l'Altra Musica ci propone l'ascolto delle musiche tradizionali tirolesi dalla famiglia Runggatscher, un'esecuzione che vedrà protagonisti: Katharina (clarinetto e chitarra), Mathias (fisarmonica) ed Herbert Runggatscher (trombone, contrabbasso).
A guidarci in questo incontro sarà naturalmente il docente del "Vivaldi", Donato Sansone, ideatore della rassegna, che presenta gli ospiti con queste parole:
Da sempre la musica folk è stata per la famiglia Runggatscher un mezzo di vivere ed esprimere gioia. Esibizioni, concerti, pranzi e cene, feste aziendali e matrimoni sono diventati via parte integrante della fine settimana. Il loro repertorio va ben oltre la musica folk, comprendendo world music, jazz, crossover e virtuosismo solista. Attraverso studi musicali completati al Mozarteum di Innsbruck e al Conservatorio di Stato del Tirolo hanno perfezionato la conoscenza musicale ampliato le proprie possibilità. In ogni performance le parole d'ordine sono gioia, entusiasmo e passione per portare il loro amore per la musica nel cuore degli ascoltatori.
Non sarà da meno il corposo e appassionante concerto conclusivo de i Mercoledì Conservatorio di mercoledì 7 maggio (sempre alle ore 17, presso l'Auditorium Pittaluga di via Parma, 1 - Alessandria) in cui ascolteremo una formazione composta dal professore Claudio Andriani, al violino, la violista da gamba ospite Silvia De Rosso e il professore Daniele Boccaccio, all'organo, eseguiranno le 6 Sonate per violino e cembalo di JS Bach (in una versione per violino, organo e viola da gamba). Il concerto sarà introdotto dall'allievo pianista Nicolò Gadaleta che ci farà ascoltare musiche di Liszt e Rachmaninov.
Il violinista Claudio Andriani commenta così il programma del concerto:
Le Sei Sonate di Johann Sebastian Bach per violino e clavicembalo sono un capolavoro imprescindibile del repertorio barocco, nonché uno dei più alti esempi di musica da camera del periodo barocco, con il suo equilibrio tra melodia e contrappunto, che guiderà l'ascoltatore in un viaggio attraverso le emozioni e le invenzioni musicali del XVIII secolo. Queste sonate, scritte probabilmente tra il 1717 e il 1723, rappresentano uno dei massimi esempi della creatività e della profondità compositiva di Bach, caratterizzate da una straordinaria varietà di affetti, strutture e tecniche compositive, e sono un esempio perfetto
della sintesi e dell'equilibrio tra virtuosismo strumentale e profondità espressiva, offrendo
un dialogo ricco e complesso tra i due strumenti. Ogni sonata si distingue per la sua struttura articolata e per le sue atmosfere uniche, passando da momenti di grande introspezione a passaggi di grande energia e vivacità. La scrittura di Bach mette in risalto la semplicità apparente e l'eleganza delle linee
melodiche, creando un dialogo intimo tra violino e cembalo che invita l'ascoltatore a
un'esperienza sonora profonda e coinvolgente. Scritte originariamente per violino e clavicembalo, saranno eseguite nella versione per violino, violone e organo, trascritta e riarrangiata dal mo Daniele Boccaccio.
I concerti di entrambe le rassegne sono inseriti nel progetto “Le Stagioni del Vivaldi”, finanziato con il contributo della Regione Piemonte. Ingresso omaggio fino a esaurimento posti.
CONOSCIAMO MEGLIO GLI ARTISTI
Famiglia Runggatscher
Katharina è nata nel 1998 ed è stata attratta dalla musica fin dalla sua infanzia. Ha studiato Clarinetto presso il Mozarteum di Innsbruck; si è poi laureata presso il Conservatorio di Stato e sta attualmente continuando i suoi studi presso l'Universität für Musik und darstellende Kunst di Vienna. Oltre al clarinetto, Katharina suona anche la chitarra. La musica non è solo la sua professione, ma anche la sua passione e una parte importante della sua vita. Mathias è nato nel 1996 a Hall in Tirol ed è un talentuoso fisarmonicista e insegnante di musica. Il suo interesse per la musica è iniziato in giovane età in seno alla famiglia. Ha studiato pedagogia musicale al Mozarteum di Innsbruck, laureandosi nel 2019.
Il suo talento musicale lo ha portato a numerose esibizioni come solista con rinomate orchester come la Militärmusik Tirol, la Speckbacher Stadtmusik Hall e la Bürgermusikkapelle di Absam. Il suo virtuosismo e la sua natura sensibile lo rendono un musicista ricercato. Nel 2022, Mathias è entrato a far parte del Tiroler Echo, uno dei più famosi ensemble di musica popolare del Tirolo. Mathias è anche un insegnante di fisarmonica presso la Scuola di Musica Statale di Sistrans e Jenbach. Lì condivide Il suo entusiasmo e la sua conoscenza con giovani talenti della musica e li ispira a raggiungere il loro pieno potenziale.
Herbert, nato nel 1964 a Hall in Tirol suona il trombone a cilindri e il contrabbasso.
Lavora come psicoterapeuta presso le cliniche del Tirolo. Ha studiato basso elettrico presso la Sass School Music di Monaco. Attualmente è trombonista della Bürgermusikkapelle di Absam. Inoltre, è membro del Tiroler Echo ed ha registrato numerosi CD con diversi gruppi. Da diversi anni gestisce uno studio di registrazione (Runggatscher Sound Production).
Claudio Andriani
Si è diplomato in violino presso il Conservatorio G. Verdi di Torino, in viola presso il Conservatorio N. Piccinni di Bari. Ha conseguito il Diploma Accademico di secondo livello in Violino Barocco presso il Conservatorio G. Verdi di Milano, il Diploma di Concertismo in viola presso la Hochschule fur Musik der Musik–Akademie der Stadt Basel e il Diploma di Concertismo in musica da camera presso la Hochschule fur Musik und Theater “Felix Mendelssohn Bartholdy” di Lipsia. Si è perfezionato con Bruno Giuranna, D. Schwartzberg, P. Farulli, M. Skampa, N. Brainin, M. Lovett. Svolge un'attivitá concertistica tra l'Italia e l'estero nel ruolo sia di strumentista d'orchestra sia di violista solista, in Quartetto d'Archi, Sestetto e Trio con Pianoforte, esibendosi nelle più famose sale in Europa e Sud America. Ha inciso per Amadeus, Dynamic, Bayer Records di Bietingheim, Camerata Tokio, Tactus. È docente di violino presso il Conservatorio Vivaldi.
Daniele Boccaccio
Organista e clavicembalista, dopo il diploma si è laureato a Vienna in Clavicembalo e Organo presso la “Universität für Musik und darstellende Kunst” rispettivamente con Gordon Murray e Michael Radulescu. Ha insegnato cembalo alla “Universität für Musik” di Vienna, ha insegnato presso i Conservatori di Campobasso, Catania, Udine e Adria. È titolare della cattedra di Organo e Composizione Organistica presso il Conservatorio Vivaldi si dedica alla registrazione audio in qualità di tecnico del suono ed è fondatore e direttore artistico della casa discografica “Euterpe Classic Music”. Ha inciso una inedita versione organista del Wohltemperiertes Klavier di JS Bach per la quale ha avuto una nomination della Deutsche Schallplatten come migliore registrazione.
Silvia De Rosso
È violista da gamba e direttrice del consorte di viole dell'ensemble Amorose Note. Si è diplomata presso il Conservatorio “A.Boito” di Parma nel 2011 e presso il Conservatorio “A.Pedrollo” di Vicenza ha conseguito il Diploma Accademico Sperimentale di II livello nel 2015. Nel 2014 si è classificata al terzo posto del “Premio Fatima” di Vicenza ed è stata menzionata per il MA Festival di Bruges. Si interessa al canto barocco e ha partecipato a masterclass con Lia Serafini e Patrizia Vaccari. Ha costruito una copia della viola da gamba basso modello Ciciliano conservata nel Muziekinstrumentenmuseum di Bruxelles e una copia di una viella trecentesca. Ha suonato in numerosi festival, teatri e rassegne musicali europee.
Per ulteriori informazioni:
Silvia Benzi - Ufficio Comunicazione e Produzione Conservatorio “Vivaldi” – Alessandria
tel. 0131051500 - 3208472510 - ufficio.stampa@conservatoriovivaldi.it
Alessandria
LIBRINFESTA DAL 18 AL 24 MAGGIO
“Meraviglie”: la ventiduesima edizione del
Festival della letteratura per ragazze e ragazzi
Il Festival della letteratura per ragazze e ragazzi “Librinfesta” torna in Alessandria da domenica 18 a sabato 24 maggio per l’edizione dedicata al Portogallo, proponendo ancora una volta quel prezioso sentimento di stupore destato da una cosa nuova, straordinaria, impensata perché non si limita a guardare le cose vicine, ma apre finestre sul mondo intero e mette insieme esperienze e realtà anche molto diverse fra loro.
L'origine latina della parola meravigliarsi si collega con mīrabĭlia ovvero "cose meravigliose" e la proposta degli organizzatori, l’associazione Il Contastorie, è quella di provare a giocare con le parole, cercarne il significato nascosto, spalancare lo sguardo sulle “Meraviglie”, sostantivo assunto a titolo dell’edizione 2025, vuol essere un invito ad aprire gli occhi davanti a tutto ciò che può ancora stupirci. Quale modo più naturale per trasmettere emozioni e concetti se non attraverso i libri e le storie? Così fiabe e leggende diventano strumenti perfetti per evocare la magia della scoperta: leggere di avventure di esploratori, scienziati o artisti che hanno visto il mondo con occhi pieni di stupore ci aiuta a capire quanto sia preziosa la “Meraviglia”.
“Librinfesta, giunta alla sua XXII edizione, è diventato un appuntamento immancabile in città per ragazze e ragazzi, insegnanti e famiglie”, dichiara l’Assessora Irene Molina fra le cui deleghe figura anche quella alla Pubblica Istruzione, “Un festival di letteratura per ragazzi che nel tempo ha arricchito i suoi contenuti con laboratori e spettacoli amplificando le occasioni di apprendimento e di partecipazione. Quest’anno il tema “Meraviglie” apre uno scorcio su panorami inesplorati, lasciando la possibilità di scoprire “nuove meraviglie” anche nella vita quotidiana. Quello di Librinfesta è un progetto di ampio respiro a cui il Comune di Alessandria crede molto, tant’è che quest’anno si è attivato per garantire il trasporto gratuito agli eventi alle piccole lettrici e ai piccoli lettori”.
Il programma prevede un susseguirsi di incontri, letture, laboratori, spettacoli, musica per bambini, ragazzi e adulti: si consiglia la prenotazione attraverso il sito www.librinfesta.org al fine di potersi garantire la possibilità di conoscere da vicino scrittori, illustratori, divulgatori, artisti tra i più amati; sono già 30 gli istituti scolastici che hanno manifestato l’intenzione di far partecipare circa 2200 bambine, bambini, ragazze e ragazzi.
Un evento che ha profonde radici nella Città di Alessandria, che da ventidue anni chiama a raccolta bambine e bambini, ragazze e ragazzi, giovani, adulti, famiglie intorno alle pagine dei libri con proposte culturali sempre attuali; in modo sempre straordinario perché guardando il Mondo con occhi diversi, non distoglie lo sguardo e diventa attenzione, accoglienza, inclusione, facendo scoprire quanto sia importante la bellezza che ci circonda e che sovente non riusciamo a vedere.
Sabato 24 maggio ci sarà una grande festa finale in piazza di Santa Maria di Castello, ma prima numerosi eventi e fra quelli proposti all'utenza libera si segnalano lunedì 19 maggio alle ore 21,oo la presentazione del libro di Lucia Annibali e Daniela Palumbo “Il futuro mi aspetta” con l’associazione con Me.Dea Alessandria presso la serra della Ristorazione Sociale; la giornata di mercoledì 22 maggio presso la Casa di Quartiere, con la partecipazione di Lorenzo Luporini che presenterà il reading spettacolo dell'autrice Emanuela Nava “Parole e Musica per Cambiare il Mondo”, preceduto da un aperitivo a cura dei ragazzi dell'Enaip e da una tavola rotonda tra Luporini e gli autori del Festival; giovedì 23 maggio alle ore 21,oo lo spettacolo di e con Enrico Galiano “Sei un Mito!” all'Auditorium San Baudolino.
Sostengono l’iniziativa Città di Alessandria, Regione Piemonte, Provincia di Alessandria, CSVAA, Fondazione CRAL, Fondazione CRT, Fondazione Social, Fondazione Banca Popolare di Novara.
Inoltre, collaborano per la buona riuscita degli eventi Ciccio gelati, Maxtapes, ProNatura Federazione Nazionale, Centro Educazione Ambientale "A. Chiarante" Alessandria, Il Chiostro di Santa Maria di Castello e la Diocesi di Alessandria.
Rotary Club Alessandria
L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE AL LAVORO: POTENZIALITÀ E DIFFICOLTÀ
L'Intelligenza Artificiale sta riscuotendo un enorme interesse sia da parte del grande pubblico che da parte
mondo del lavoro. Pochi però sanno che cosa essa sia veramente, quali opportunità offra e quali rischi comporti. Scopo del workshop è fornire un inquadramento dell'IA dal punto di vista delle applicazioni al mondo reale, evidenziando che cosa essa ci possa realmente dare alla luce dello stato dell'arte.
Ciò che si intende IA è il filone specifico, all’interno di una disciplina molto più ampia, che corrisponde alle “Reti Neurali”. In questo contesto si sono sviluppate due famiglie principali di architetture. La prima orientata principalmente a problemi di riconoscimento di forme, come l'analisi di immagini o di segnali. La seconda orientata al trattamento del linguaggio naturale (Large Language Models). Dalla prima sono nate molte applicazioni attualmente già entrate nell'uso corrente in diversi settori, quali l'analisi di immagini mediche, la video-sorveglianza, etc. La seconda, più recente e ancora in forte evoluzione, ha stupito il mondo producendo applicazioni che esibiscono capacità di ragionamento apparentemente umane.
Oltre ad un inquadramento scientifico di queste tecnologie nel workshop si descriverà l'architettura tipica di alcune applicazioni, analizzando le problematiche considerate in fase di progettazione e di validazione. Infine verranno presentate alcune applicazioni già realizzate dall'Università del Piemonte Orientale e da aziende Alessandrine.
Azienda Ospedaliera Universitaria di Alessandria
DONNE E SALUTE IN REPARTO:
IL PROGETTO SPINIER DEL DAIRI
Promosso dalla SSD Laboratori di Ricerca, coordinato dal Prof. Marco Quaglia
Migliorare la diagnosi e la terapia della pielonefrite acuta (PNA) nelle giovani donne attraverso l’utilizzo di strumenti innovativi, come l’analisi del microbiota e della metabolomica urinaria: è questo l’obiettivo del progetto SPINIER, promosso dalla SSD Laboratori di Ricerca del DAIRI, la cui Responsabile è la Dott.ssa Annalisa Roveta, dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Alessandria, grazie al contributo della
Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria.
Il progetto, coordinato dal Prof. Marco Quaglia, Direttore della SCDU Nefrologia e Dialisi, coinvolge il Laboratorio Integrato di Sequenziamento e il Laboratorio Integrato di Metabolomica (RMN) del Dipartimento Attività Integrate Ricerca e Innovazione (DAIRI) diretto da Antonio Maconi: i due laboratori sono il frutto della stretta integrazione tra il DAIRI e il Dipartimento di Scienze e Innovazione Tecnologica (DISIT) dell’Università del Piemonte Orientale.
La pielonefrite acuta è un’infezione renale che colpisce prevalentemente le donne tra i 15 e i 65 anni, spesso con forme recidivanti che compromettono la qualità della vita e richiedono frequenti ricoveri ospedalieri. SPINIER prevede l’arruolamento di 20-30 pazienti tra i 18 e i 40 anni, con diagnosi confermata di pielonefrite e ricoverate presso i reparti di Nefrologia o Malattie Infettive prima dell’avvio della terapia antibiotica.
L’obiettivo primario è analizzare il microbiota (intestinale, vaginale e vescicale) e il profilo metabolomico urinario al momento del ricovero e a tre mesi dalla guarigione, per individuare nuovi biomarcatori predittivi e orientare la medicina personalizzata. L’indagine mira anche a identificare i distretti anatomici più coinvolti nella patogenesi della PNA e valutare il rischio di recidiva, offrendo così strumenti più efficaci per la gestione clinica delle pazienti.
Un progetto che conferma l’impegno dell’AOU AL e del DAIRI nella ricerca traslazionale e nello sviluppo di strategie diagnostiche avanzate, sempre più orientate ai bisogni specifici delle persone.
Per sostenere la ricerca del DAIRI, e più in generale quella dell’Ospedale, è possibile dare il proprio contributo direttamente dalla pagina www.fondazionesolidal.it/donazioni/.
Da Gaza a Trump
UN MONDO IMPAURITO E IMPOTENTE
CHE NON SA REAGIRE
A rischio le libertà
“Mi ha addolorato la ripresa di pesanti bombardamenti israeliani sulla Striscia di Gaza, con tanti morti e feriti. Chiedo che tacciano subito le armi; e si abbia il coraggio di riprendere il dialogo, perché siano liberati tutti gli ostaggi e si arrivi a un cessate il fuoco definitivo. Nella Striscia la situazione umanitaria è di nuovo gravissima ed esige l’impegno urgente delle parti belligeranti e della comunità internazionale”. Sono parole di Papa Francesco all’Angelus di domenica 23 marzo, letto prima delle sue dimissioni dal Policlinico Gemelli dopo 37 giorni di degenza che non gli avevano impedito di far giungere il suo pensiero nonostante sia andato in punto di morte due volte come ha raccontato il professor Sergio Alfieri in una interessante intervista di Fiorenza Sarzanini sul Corriere della sera del 25 marzo.
La replica dell’Ambasciata israeliana presso la Santa Sede non si è fatta attendere e in essa si afferma che l’operazione dei bombardamenti “è condotta in piena conformità con il diritto internazionale. Mentre Hamas colpisce deliberatamente i civili, Israele adotta misure straordinarie per ridurre al minimo i danni civili. Hamas ha ripetutamente violato il cessate il fuoco e lo ha utilizzato per ricostruire il suo arsenale militare. 59 ostaggi sono ancora trattenuti a Gaza in condizioni disumane” e “lo Stato di Israele ritiene che sia suo dovere morale riportarli a casa”.
“Speriamo. Speriamo che sia così- ha detto ai giornalisti il cardinale Segretario di Stato, Pietro Parolin – perché noi siamo molto preoccupati per la violazione sistematica, ormai, del diritto internazionale”. E ancora: “Abbiamo parlato di recente con la Croce Rossa e anche loro sono molto, molto in difficoltà. Bombardamenti sui civili, uccisione di operatori umanitari… Sono tutte azioni che vanno esattamente contro il diritto umanitario. Questo è uno dei grandi limiti di questa stagione: non c’è più rispetto del diritto umanitario”.
Ad oggi, secondo dati ritenuti attendibili dalle Nazioni Unite, i morti civili a Gaza sono 50.026, comprensivi dei 130 bambini morti nell’ospedale durante l’ultima strage israeliana.
“A Gaza è una situazione drammatica, catastrofica, vergognosa, dobbiamo dirlo, dove la dignità delle persone, di quei 2,3 milioni di persone, non è tenuta in minima considerazione. Non possiamo pensare che siano tutti collusi col terrorismo e col crimine”: lo ha detto il cardinale Pizzaballa, patriarca latino di Gerusalemme, il 12 aprile scorso a TV2000.
Le immagini che i telegiornali fanno scorrere davanti ai nostri occhi sono cumuli di macerie prodotte dai bombardamenti israeliani o chilometri di umanità in cammino a cercare i resti della propria casa, nonostante il diabolico pensiero di realizzare una città del divertimento e della perversione per continuare ad illudere milioni di persone con la vita goduta fino alle estreme conseguenze, lasciando le responsabilità di governo a chi pretende di saper fare il bene della gente mentre, invece, si riempie le tasche con i soldi di chi crede agli imbonitori “politici”. Purtroppo il mondo è pieno di coppie come il Gatto e la Volpe della storia di Pinocchio ed è altrettanto ricco di “Pinocchi” pronti a lasciarsi trascinare in avventure senza futuro.
Certamente tutto è partito da quel 7 ottobre 2023 con l’attacco dei terroristi di Hamas che ha provocato circa 1200 morti e 251 persone rapite. Un’azione che non trova giustificazioni come tutte le azioni terroristiche. Per Israele è stata la miccia per dar fiato a tutto il suo potenziale di fuoco e di devastazione umano e materiale.
Il mondo si è trovato attonito e impotente e l’Europa ancor di più avendo già vicino l’invasione russa dell’Ucraina. Poi, sulla scena internazionale è comparso Trump…
Ma questa è un’altra storia che affronteremo a parte.
Da quell’Angelus del 23 marzo Nethanyau e il suo gabinetto di guerra ha proseguito la carneficina di civili innocenti – fra i quali molti bambini - uccidendo altre centinaia di persone negli ospedali, nelle scuole, nei luoghi della vita quotidiana adducendo la supposizione che vi erano nascosti terroristi di Hamas.
Siamo di fronte ad un mondo silenzioso, impaurito dalle “politiche” di Trump che rischiano di travolgerci in un lungo periodo di povertà economiche, di libertà vigilate o negate, di oscurantismo culturale. La Storia insegna che l’umanità è sempre riemersa dalle grandi tragedie ma è bene immaginare, ed operare, per non cadere in catastrofi volute dai “potenti” di turno che hanno giocato sulla “pancia” della gente a proprio esclusivo interesse. La democrazia sarà pur lenta e complessa nel suo agire ma perlomeno garantisce tutte le fasce della società nei loro diritti. È auspicabile non perderla.
Marco Caramagna
Alessandria
ESPLORAZIONI DI PRIMAVERA NEI PARCHI CITTADINI
Proposte dal Comune in collaborazione con la cooperativa Semi di Senape
Prende il via “URBAN OUTDOOR - Esplorazioni di Primavera nei Parchi Cittadini”, iniziativa proposta dall'Assessorato alle Politiche Giovanili del Comune di Alessandria, in collaborazione con la Cooperativa Semi di Senape, che ne cura la realizzazione.
Si tratta di appuntamenti gratuiti e a libera fruizione, pensati per fasce di età diversificate: le attività rivolte a bambini da 2 a 5 anni si svolgeranno presso il Parco Primo Sport (viale Milite Ignoto), mentre quelle pensate per i bambini da 5 a 12 anni avranno come sede i Giardini T. Usuelli (via Wagner).
Primo appuntamento sabato 12 aprile rivolto ai più piccoli, dalle ore 10.00 alle ore 12.00, al Parco Primo Sport. Si ricorda che l'appuntamento in programma il 29 marzo, e rimandato causa pioggia, verrà recuperato sabato 26 aprile presso i Giardini Usuelli.
Qui di seguito il programma nel dettaglio.
GIARDINI USUELLI - Per bambini dai 5 ai 12 anni
- Sabato 26 aprile 2025 - Dalle ore 10.00 alle ore 12.00
TAPPETO SENSIBILE ED ESPLORAZIONE SENSORIALE
Verrà utilizzato il “Tappeto Sensibile”, realizzato al parco dall'artista Antonio Catalano in collaborazione con la ludoteca "C'è Sole e Luna": i bambini interagiranno con questa installazione che si trova al centro del parco e potranno comprendere come alcuni interventi artistici e rispettosi dell'ambiente potranno migliorare i nostri spazi. Esploreranno poi con i vari strumenti l'ambiente circostante, e successivamente potranno scrivere le loro osservazioni sul pavimento con i gessi colorati, in modo da lasciare un messaggio alle persone che frequentano il parco incuriosendole e facendo notare quante cose si possono osservare se ci concentriamo sull'ambiente che ci circonda. Una sorta di traccia che i piccoli esploratori lasceranno per invocare altre persone all'esplorazione.
- Martedì 13 maggio e martedì 20 maggio 2025 - Dalle 16.30 alle 18.30
HOTEL PER INSETTI
La primavera è la stagione del risveglio di tutti gli esseri viventi, anche dei più piccoli, di quelli che noi non vediamo che però sono fondamentali per la rinascita delle piante, ovvero gli insetti. Scopriremo insieme l'importanza degli insetti impollinatori e quanto siano necessari per l'equilibrio naturale, anche per noi esseri umani. Attraverso un gioco i bambini potranno scoprire l'impollinazione e potranno poi creare dei "bug hotel" che ospiteranno gli insetti per aiutarli nel loro compito. I "Bug hotel" verranno poi lasciati nel parco in modo che tutti potranno osservare cosa accade: un altro modo per prendersi cura della natura.
PARCO PRIMO SPORT - Per bambini da 2 a 5 anni
- Sabato 12 aprile 2025 - Dalle 10.00 alle 12.00
ESPLORAZIONE SENSORIALE
Utilizzeremo tutti i nostri sensi per poter osservare l'ambiente circostante. I partecipanti saranno dotati di un taccuino per prendere appunti e avranno la possibilità di utilizzare alcuni strumenti utili per l'esplorazione (microscopi digitali, cianometro, lenti di ingrandimento, stetoscopi, concentrometro e specchi). Sono strumenti inusuali ma che stimolano i sensi concentrandosi su uno alla volta e comprendendo meglio lo spirito di esplorazione.
- Mercoledì 28 Maggio 2025 - Dalle 16.30 alle 18.30
NUVOLARIO
Diventeremo esploratori del cielo! Utilizzeremo il binocolo, il monocolo e il cianometro per comprendere al meglio chi vive nei nostri cieli e i colori della luce che può essere diverso in base alla nostra percezione. Osserveremo alcuni fenomeni che accadono nel cielo e che creano le nuvole. Ci sono diversi tipi di nuvole e per distinguerle al meglio creeremo il nuvolario, che i bambini potranno tenere e utilizzare ogni volta che vorranno esplorare il cielo.
Per informazioni: Comune di Alessandria, Ufficio Giovani e Minori – tel. 0131-515755 / 0131-515776
Cooperativa Semi di Senape: tel. 328-6255235
All’hotel Londra di Alessandria
TORNA IL TE LETTERARIO DI PRIMAVERA DEL CIRCOLO PROVINCIALE DELLA STAMPA
In collaborazione con la libreria Ubik
Torna anche il Tè Letterario di Primavera organizzato dal Circolo Provinciale della Stampa, in collaborazione con l’Hotel Londra e la Libreria Ubik di Alessandria.
La rassegna, patrocinata dal Comune di Alessandria, si svolgerà anche quest’anno nella Sala dell’Hotel Londra di Corso Felice Cavallotti al numero 51 e prenderà il via venerdì 18 aprile con Chiara Montani, che presenterà il suo libro dal titolo “L’artista di Urbino”, edito da Garzanti.
Si proseguirà il 23 Maggio con Marina Marazza e “Sangue delle Langhe. La saga dei Barolo”, edizioni Solferino.
Ultimo appuntamento, venerdì 13 giugno, con Manuela Repetti e il suo libro “Sotto la neve”, per le edizioni La Torretta.
I tre appuntamenti, a carattere mensile, prenderanno il via alle ore 17.00, l’ora per antonomasia del tè, che verrà servito con biscotti, mentre si prenderà parte alla presentazione dei libri. Il tutto, in forma gratuita, grazie alla generosità di Giovanna Scacheri, titolare dell’Hotel Londra, che fin da subito ha creduto in questo progetto, che bene si configura con il nome della sua struttura.
“Dopo il successo dello scorso anno – ha dichiarato Marco Caramagna, Presidente del Circolo Provinciale della Stampa – abbiamo deciso di proseguire questo cammino di cultura che tanto ha appassionato gli alessandrini nella prima edizione. Per quest’anno abbiamo scelto di rendere omaggio a tre scrittrici donne, per sottolineare l’impegno soprattutto sociale di questa figura, in un momento in cui, purtroppo, ogni giorno siamo costretti a leggere scioccanti fatti di cronaca. Il ruolo del Circolo provinciale della Stampa è quello di fare informazione e cultura, ma anche mettere al centro tematiche che possano essere prodromiche a riflessioni importanti. Quest’anno poi abbracceremo narrazioni storiche, misteriose e accattivanti di tre autrici note e amate dai lettori”. “Sono particolarmente felice di ospitare per il secondo anno, la rassegna del Tè Letterario di Primavera – ha aggiunto Giovanna Scacheri, titolare dell’Hotel Londra – La nostra struttura viene spesso utilizzata per questo genere di eventi che aggregano la popolazione alessandrina, con il desiderio di portare in città quello spaccato di cultura che personalmente amo in maniera particolare”. “Anche quest’anno la nostra missione, oltre che essere un punto di riferimento letterario – ha infine commentato Tamara Pinna, libraia della Libreria Ubik di Alessandria – è anche quello della divulgazione. Da qui l’entusiasmo con il quale abbiamo accolto anche quest’anno l’invito del Circolo Provinciale della Stampa, di aderire al Tè Letterario, che rappresenta non solo la presentazione di tre autori formidabili, ma anche un momento di socializzazione tra chi ama la cultura”.
VENERDÌ 18 AL CONSERVATORIO “A. VIVALDI” DI ALESSANDRIA: VOICES LEZIONE/ CONCERTO DI JOHN E MAUREEN CHOWNING
Il celebre pioniere
della musica elettronica John Chowning
proporrà con la moglie Maureen, presso
il conservatorio alessandrino,
un sorprendente
concerto per soprano
ed elettronica dal vivo, che avvolgerà
il pubblico nella travolgente esperienza sonora della
quadrifonia.
Per tutti coloro che già praticano e conoscono la musica elettronica, il maestro John Chowning, pioniere americano della musica elettronica e scopritore dell'algoritmo di sintesi a modulazione di frequenza (FM) nel 1967, rappresenta una leggenda. Averlo ospite nel Conservatorio di Alessandria, è già di per sé quindi un evento straordinario. Imperdibile per tutti però è l'occasione di assistere alla lezione/concerto che terrà venerdì 18 aprile alle ore 17 presso l'Auditorium Pittaluga (via Parma, 1 - Alessandria) in cui riproporrà, spiegandola, insieme alla compagna e soprano Maureen Chowning, la performance sonora Voices , da lui composta nel 2005. Un evento a ingresso libero fino a esaurimento posti, organizzato con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria.
Organizzatori di questo evento di respiro internazionale sono la professoressa Anna Dondi, docente di storia della Musica, che presenterà il concerto ei professori responsabili della Scuola di Musica Elettronica e Multimedialità, Francesco Rosati e Clemente Manfredi, che cureranno insieme agli allievi della scuola tutta la parte tecnica del concerto.
Nella settimana compresa tra il 14 e il 18 aprile, il professor Chowning, che è stato docente di sintesi del suono al computer e composizione al Dipartimento di Musica della Stanford University, ha tenuto per gli allievi del "Vivaldi" un Seminario divulgativo di tre giorni sulla Modulazione di frequenza e spazializzazione del suono e una Masterclass più tecnica di due giorni dedicata agli allievi di musica elettronica.
Questo ciclo di lezioni, che mettono al centro l'impiego della tecnologia e scienza nella musica, si chiuderà quindi con un concerto in cui tecnologie musicali avanzate e visione artistica sono in perfetto equilibrio, un'esperienza di ascolto ricca di suggestioni "magico/mitologiche" in grado di avvolgere e colpire con la sua parte artistica anche i non adepti del settore.
La professoressa Anna Dondi ci presenta così l'esperienza di Voices:
Voices fu composta nel 2005 da John Chowning per la moglie Maureen ed eseguita in prima mondiale da Maureen nel marzo 2005; la seconda versione fu presentata nel marzo 2006; la terza nell'agosto 2011.
Il brano è una rappresentazione immaginaria che evoca la sacerdotessa Pizia dell'oracolo di Delfi e le sue misteriose profezie. Pizia cadeva in trance, oggi sappiamo per i vapori di metano o di etilene della grotta di Delfi. L'oracolo di Delfi, che per mille anni fu al centro dell'attenzione e della storia della Grecia, era legato in origine al culto di Gaia, la madre Terra, attorniata da dee e dei come Zemis e Febe (figlia di Urano e fondatrice dell'oracolo di Delfi), la dea del diritto, infine soppiantate dal dio Apollo di cui Pizia era sacerdotessa.
Le emissioni vocali di Pizia erano ritenute la voce di Apollo che rispondeva alle domande poste a Pizia da coloro che lo interrogavano o lo supplicavano, con domande mondane o richieste di prodigi.
Il singolo soprano utilizza con la sua voce uno spazio simulato al computer interattivo. Il computer ci permette di proiettare suoni oltre quello denominato lo “spazio dell'ascoltatore”. Questo spazio, in cui noi siamo collocati, è delimitato dalle quattro casse (la quadrifonia) e denominato “spazio illusorio”.
La voce di Maureen Chowning diffonde suoni sintetizzati all'interno di questo spazio, richiamando lo spazio della caverna di Pizia; i suoni rievocano la caverna ei suoi abitanti, suoni dell'antico mondo di Pizia modulati oggi dalla nostra tecnologia, suoni che appartengono ad un mondo ancora più antico di quello di Pizia, il mondo di Apollo. Le frasi intonate dal soprano contengono reminescenze belcantistiche tra note tenute e improvvisati salti melodici.
Il computer seleziona i toni della voce di soprano in base a un programma. La voce del soprano è trasmessa da un minuscolo microfono (posto vicino all'emissione), che la invia al computer, in cui questi toni vengono uniti a suoni sintetizzati e inviati al sistema audio della sala (quadrifonia). Quando una emissione vocale selezionata è stata individuata, il programma passa a selezionare la successiva: dunque il soprano conduce il gioco, in quanto i toni chiave della composizione sono determinati dalla voce.
I toni selezionati appartengono a una scala particolare, diversa dalla scala degli strumenti tradizionali: appartengono a una scala che si basa sulla sezione aurea (1:1,618) e sono sintetici, cioè suoni inarmonici a struttura regolare.
Un'esperienza formativa anche per gli addetti ai lavori più avanzati, come puntualizzano il professore Francesco Rosati con il collega Clemente Manfredi in quanto: John Chowning è tra le personalità più rilevanti per quanto riguarda la sperimentazione sonora, la ricerca in campo acustico e l'avanzamento delle tecnologie musicali negli ultimi 40 anni. Basti pensare che la sua idea di Sintesi in Modulazione di Frequenza è stata la scintilla che ha portato da un lato alla creazione del sintetizzatore Yamaha DX7, strumento che ha influenzato la musica rock, pop, elettronica extra-accademica dagli anni '80 ad oggi. Dall'altro lato la possibilità di introdurre un nuovo modo di concepire la sintesi del suono, fondamentale per la generazione di sonorità che altrimenti non sarebbero state possibili e non avrebbero consentito a compositori, ricercatori e musicisti di ottenere ed esplorare suoni sempre più complessi, ricercati ed espressivi.
CONOSCIAMO MEGLIO GLI ARTISTI
John Chowning è nato a Salem, nel New Jersey, nel 1934, e ha trascorso gli anni scolastici a Wilmington, nel Delaware. Dopo il servizio militare e quattro anni alla Wittenberg University in Ohio, ha studiato composizione a Parigi con Nadia Boulanger. Ha ricevuto il dottorato in composizione (DMA) dalla Stanford University nel 1966, dove ha studiato con Leland Smith. Nel 1964, con l'aiuto di Max Mathews dei Bell Telephone Laboratories e di David Poole della Stanford University, ha creato un programma di musica al computer utilizzando il sistema informatico dell'Artificial Intelligence Laboratory di Stanford. Nello stesso anno ha iniziato la ricerca che ha portato al primo algoritmo generalizzato di localizzazione del suono surround.
Nel tentativo di comprendere il segnale di distanza, Chowning ha scoperto l'algoritmo di sintesi a modulazione di frequenza (FM) nel 1967. Questa scoperta nella sintesi dei timbri ha permesso un modo molto semplice ed elegante per creare e controllare spettri che variano nel tempo. Ispirato dalla ricerca percettiva di Jean-Claude Risset, ha lavorato per trasformare questa scoperta in un sistema di importanza musicale, utilizzandola ampiamente nelle sue composizioni. Nel 1973, la Stanford University ha ceduto in licenza il brevetto della sintesi FM alla Yamaha in Giappone, portando al motore di sintesi di maggior successo nella storia degli strumenti musicali elettronici. Intervista sulla sintesi FM, 17 giugno 2015, Barcellona, https://rwm.macba.cat/en/sonia/sonia-212-john-chowning .
Ha insegnato la sintesi del suono al computer e la composizione al Dipartimento di Musica della Stanford University. Nel 1974, con John Grey, James (Andy) Moorer, Loren Rush e Leland Smith, ha fondato il Center for Computer Research in Music and Acoustics (CCRMA), che rimane uno dei principali centri di musica al computer e di ricerca correlata. Sebbene si sia ritirato nel 1996, è rimasto in contatto con le attività di CCRMA. Nel 2019 ha avviato, con un team internazionale, un progetto a lungo termine per ricreare, tramite modellazione al computer, l'acustica della Caverna di Chauvet in Francia, come era quando furono create le splendide pitture rupestri di 36.000-32.000 anni fa. Chowning è stato eletto all'American Academy of Arts and Sciences nel 1988 e ha ricevuto il titolo di Doctor of Music ad honorem dalla Wittenberg University nel 1990. Nel 1995, il Ministro della Cultura francese gli ha conferito il Diplôme d'Officier dans l'Ordre des Arts et Lettres.
Gli è stato conferito il Doctorat Honoris Causa nel 2002 dall'Université de la Méditerranée, dalla Queen's University nel 2010, dall'Università di Amburgo nel 2016 e il premio Giga-Hertz-Award nel 2013.
Maureen Chowning, soprano di coloratura, ha studiato al Boston Conservatory of Music prima di trasferirsi nell'area di San Francisco. Da allora è apparsa nella serie NOVA del Public Broadcasting System e nello Smithsonian World con Max Mathews, dimostrando il suo Radio Baton e il programma del direttore. Si è esibita anche in concerti in Canada, Polonia e Giappone e al Festival Internazionale di Musica Elettronica di Bourges, Francia, dove nel 1990 ha eseguito in prima mondiale Solemn Songs for Evening di Richard Boulanger e nel 1997 ha eseguito la prima assoluta di Sea Canzoni di Dexter Morrill. È stata invitata ad esibirsi in Sea Songs per celebrare Max Mathews e il 50 ° anniversario della Computer Music al Computer History Museum nell'aprile 2007. Oltre a cantare la prima di Three Spanish Songs di Joanne Carey, lei e il compositore hanno presentato il lavoro in Polonia, Hong Kong, Vancouver e Messico. Nel marzo 2005 ha eseguito in prima mondiale “Voices” (versione 1) per computer interattivo e soprano solista alla Maison de Radio di Parigi, commissionata da GRM e composta per lei da John Chowning. Nel marzo 2006 ha eseguito la prima americana di “Voices” (versione 2) nell'ambito della serie di concerti sinfonici di Berkeley. Poi nel settembre 2006 ha eseguito “Voices” e “Oscura” di Jean-Claude Risset per soprano e computer a Buenos Aires e Montevideo. È nota per la sua speciale capacità di cantare comodamente in accordature alternative, come il Piercescala e in un'ampia varietà di stili. Il suo repertorio spazia dagli oratori di Händel, ruoli operistici come la “Regina della notte” da Il flauto magico di Mozart, alla musica contemporanea tra cui opere di Schönberg, Babbitt, Qui Dong, Servio Marin e Atau Tanaka.
A Palatium Vetus di Alessandria
LA MOSTRA DEL MONCALVO
APERTA NEL WEEK END DI PASQUA
Sarà aperta al pubblico anche nel week end di Pasqua – sabato 19 e domenica 20 aprile – la mostra “Il Moncalvo e la sua bottega. Movimento e sentimento nella Controriforma”, allestita a Palatium Vetus, sede della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria.
Confermati l’ingresso gratuito e le visite guidate su prenotazione.
Si tratta di una iniziativa straordinaria decisa dalla Fondazione e dalla società Palazzo del Governatore srl per favorire il turismo culturale, di solito particolarmente vivace nel periodo delle festività pasquali.
I visitatori potranno usufruire dell’accesso gratuito a Palatium Vetus dove, accanto alla mostra delle opere del Moncalvo, potranno ammirare anche la Collezione d’arte della Fondazione, la Ghiacciaia e la pregevole architettura del “broletto” con gli affreschi medievali. La rassegna, organizzata in occasione del 400° anniversario della morte di Guglielmo Caccia detto il Moncalvo (Montabone 1568 – Moncalvo 1625), presenta una quarantina di opere - tra cui oli su tavola, oli su tela e disegni, molti dei quali inediti – provenienti dalla collezione della Fondazione, da privati, dalla Fondazione CR Cuneo e da diverse chiese delle Diocesi di Alessandria, Casale Monferrato, Tortona. Interessante la mappa interattiva che si può consultare nel cortile interno di Palatium Vetus con l’itinerario dei “luoghi del Moncalvo”.
L’offerta culturale di Palatium Vetus continua a riscuotere grande attenzione da parte di un pubblico numeroso, spesso proveniente da località oltre i confini della nostra provincia, ed anche da parte di numerose scolaresche che, in questo primo mese di apertura, hanno avuto modo di conoscere e apprezzare l’opera di uno dei più grandi pittori piemontesi del ‘600 e degli artisti della sua bottega.
La mostra è organizzata dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Alessandria, Asti e Cuneo e la Consulta per la valorizzazione dei beni artistici dell’Alessandrino. La realizzazione operativa è a cura di Palazzo del Governatore Srl. La cura, l’organizzazione e l’allestimento sono di Mariateresa Cairo, Vittoria Oneto e Liliana Rey Varela.
Informazioni e prenotazioni
e-mail didattica.fondazionecral@gmail.com - telefono 347-80.95.172
@fondazionecassadirisparmiodialessandria
Orari di visita SAB-DOM: 9-13; 15-19
Sede della mostra Alessandria, Palatium Vetus, Piazza della Libertà 28
PRIMAVERA ED ESTATE ENOGASTRONOMICI
IN PROVINCIA DI ALESSANDRIA
La presentazione di Alexala al Vinitaly
Il 7 aprile, presso lo stand della Regione Piemonte alla 57esima edizione della fiera veronese dedicata alla migliore cultura enologica, Paolo Massobrio ha presentato l’incontro “Grandi vini, grandi eventi in provincia di Alessandria”, un racconto della programmazione primaverile ed estiva legata al mondo del vino e alle eccellenze gastronomiche del territorio.
Il primo appuntamento è con un weekend di narrazione delle specialità locali, che coinvolge tre centri zona con un programma di appuntamenti che costruiscono un ideale percorso turistico alla scoperta dei produttori e del loro lavoro.
Dal 16 al 18 maggio, a Novi Ligure, arriva “Dolci Terre di Primavera”, manifestazione che porta nelle vie e nelle piazze del centro cittadino il meglio dell’enogastronomia territoriale, regionale e internazionale oltre ai vini del territorio DOCG e DOC e tanto spettacolo e divertimento. Negli stessi giorni Ovada presenta “Paesi e Sapori”, tradizionale manifestazione enogastronomica che proporrà una delle edizioni più ricche degli ultimi anni. Si potranno degustare tutti i prodotti protagonisti del progetto “Ori”, grazie alle sempre più numerose Pro Loco che proporranno piatti della tradizione, accompagnati dal rinomato Ovada DOCG. Il 17 e 18 maggio si aggiunge al ricco weekend anche Casale Monferrato con il suo Castello, che sarà una delle oltre trenta location, ad ospitare “Golosaria tra i castelli del Monferrato”, un appuntamento imperdibile con artigiani del gusto, cantine del territorio, esperienze outdoor e culturali nel territorio del Monferrato.
Si prosegue poi, dal 23 al 25 maggio, con “Assaggia Tortona”, fiore all’occhiello degli eventi enogastronomici tortonesi. Giunto alla sua ventiseiesima edizione, rappresenta una vetrina d’eccellenza per il territorio, con oltre cinquanta stand di produttori e cantine locali che animeranno la centralissima via Emilia. Protagonista il Derthona Timorasso, per uno street food di qualità e a chilometro zero, che si trasforma in un’esperienza unica all’insegna dei sapori autentici.
Nel primo weekend di giugno dal 6 all’8 sarà il capoluogo, Alessandria, a ospitare “Aperto per Cultura”, format di valorizzazione del centro storico cittadino con eventi, che spazieranno dalla magia, all’arte circense, al teatro e alla musica con un ricco cartellone di spettacoli, accompagnati da specialità enogastronomiche per vivere la città come un grande palcoscenico di sapori, cultura e bellezza, grazie anche all’apertura dei rinomati luoghi artistici del capoluogo.
In estate torna “Di Gavi in Gavi Festival”, l’evento che celebra il grande “bianco” del Piemonte e anima le colline del Gavi Docg con un ricco calendario di appuntamenti tra vino, esperienze culturali, musica, arte e natura: da sabato 28 giugno fino al 27 luglio, le cantine del territorio diventano infatti protagoniste di una vera e propria esperienza itinerante, ospitando degustazioni, eventi a tema, concerti, picnic in vigna, yoga tra i filari e tante altre attività pensate per far vivere al pubblico un’estate all’insegna della convivialità.
Ad agosto è il momento degli “Acqui Wine Days” di Acqui Terme, con ricco programma di appuntamenti che celebreranno il vino e la cultura della città. Tra degustazioni, incontri e tanto divertimento, i protagonisti saranno il Brachetto d’Acqui DOCG e altre eccellenze gastronomiche, con spettacoli e divertimento.
“Abbiamo deciso di lanciare una preview degli eventi enogastronomici dei centri zona della provincia, grazie all’opportunità che la Regione Piemonte ci offre con lo spazio incontri della rassegna Vinitaly, ha detto Roberto Cava, presidente di Alexala. Il nostro territorio produce grandi vini che ci permettono di essere conosciuti e riconoscibili a livello internazionale. In questa edizione del Vinitaly il Piemonte punta con convinzione sulle sue eccellenze e anche la nostra provincia vuole recitare la sua parte con prodotti, eventi e proposte turistiche”.
Per informazioni e materiale stampa
Valentina Dirindin | valentinadirindin@yahoo.it | press@alexala.info | 393 919693
Azienda Ospedaliera Universitaria di Alessandria
LA PRIMA TAPPA DEL TOUR VERSO IL LEAN WORLD 2025: IL RICONOSCIMENTO PIÙ IMPORTANTE
PER I PROGETTI DI RIORGANIZZAZIONE E MIGLIORAMENTO NEL SETTORE SANITARIO
È stata l’Azienda Ospedaliero - Universitaria di Alessandria ad ospitare, il 10 aprile nel Salone di Rappresentanza, la prima tappa del percorso di avvicinamento al Lean World 2025, che si terrà a novembre a Roma. Come da tradizione, infatti, l’apertura del tour si tiene sempre presso l’Azienda vincitrice del premio Lean Healthcare Award, ovvero il riconoscimento più importante in Italia per i progetti di riorganizzazione e miglioramento nel settore sanitario. Ad aggiudicarselo nel novembre 2024 era proprio stata l’AOU AL con il progetto “Fixing the hospital to fix crowding in ED”, che aveva trionfato tra i 37 finalisti, selezionati su oltre 250 candidature provenienti da 98 aziende sanitarie di 14 regioni italiane.
Dopo i saluti istituzionali, durante la mattinata sono stati presentati i tre progetti piemontesi risultati vincitori all’edizione 2024: quello dell’ASL di Vercelli che si è aggiudicato il premio di categoria “Lean Idea”, per le idee progettuali di futuro sviluppo, l’ASL VCO che aveva ricevuto il premio di categoria “Percorsi di cronicità e gestione territoriale”, e l’Ospedale di Alessandria che si è distinto aggiudicandosi sia due premi di categoria sia il premio assoluto, ritirati a Roma da Massimo Corona, Direttore Amministrativo, e Roberta Bellini, Direttrice dell’Area Sviluppo Strategico e Innovazione Organizzativa e coordinatrice del progetto.
In particolare, il progetto dell’AOU AL era stato premiato per aver impattato con successo su uno degli ambiti più complessi delle realtà ospedaliere - ovvero il Pronto Soccorso - introducendo strumenti innovativi sia a livello processuale che tecnologico. Aveva infatti introdotto nuovi meccanismi organizzativi e tecnologie innovative per migliorare i percorsi di cura, riducendo le inefficienze e i tempi di attesa per i pazienti, con l’obiettivo finale di diminuire il problema del sovraffollamento.
«Siamo orgogliosi che la nostra Azienda abbia ottenuto lo scorso anno questo importante riconoscimento, su un tema attuale e complesso come l’accesso e il percorso nell’emergenza-urgenza. Ospitare oggi questa prima tappa rappresenta per noi un ulteriore motivo di soddisfazione: il tema del lean management è cruciale e si collega direttamente a quattro traiettorie fondamentali per ogni sistema sanitario moderno - controllo direzionale, governo clinico, valutazione delle performance e accountability.
Lavorare su questi assi significa costruire un’organizzazione più solida, trasparente e centrata sul paziente».
A chiudere la mattina di lavori è stata poi una tavola rotonda con i Direttori Generali delle principali Aziende Sanitarie piemontesi, dedicata al tema della sanità basata sul valore (Value Based Healthcare) e dell’innovazione organizzativa e digitale come leva per il miglioramento continuo del sistema salute. Si tratta di un modello innovativo di organizzazione dei servizi sanitari che mette al centro il valore per il paziente, definito come il rapporto tra gli esiti di salute ottenuti e i costi sostenuti lungo l’intero percorso di cura. L’obiettivo è migliorare la qualità delle cure attraverso l’integrazione dei processi, la misurazione sistematica degli esiti clinici e l’utilizzo delle tecnologie digitali, con un approccio centrato sulla persona e sulla sostenibilità del sistema sanitario. «In questo percorso, la Regione gioca un ruolo cruciale: vogliamo puntare al miglioramento del sistema - spiega l’Assessore alla Sanità della Regione Piemonte Federico Riboldi - facendo da facilitatori e creando un modello che, partendo dalle buone pratiche di ricerca nel management sanitario, come quelle presentate oggi, possa essere di supporto a tutte le Aziende Sanitarie Regionali. Un modello che in Regione Piemonte, grazie al DAIRI R, sta già portando i propri frutti e che sarà fondamentale anche in questo ambito per garantire equità, efficienza e innovazione nella sanità del futuro». «Mettere al centro il paziente - afferma il Sindaco di Alessandria Giorgio Abonante - significa anche ripensare l’organizzazione dei servizi, garantendo una reale integrazione tra ospedale e territorio. La continuità delle cure è possibile solo se le istituzioni dialogano e collaborano in modo costante. Il Comune di Alessandria è pronto a fare la sua parte, convinto che sia necessario un cambio di rotta nelle scelte politiche e un impegno più deciso verso l’innovazione».
«Eventi come questo dimostrano quanto sia strategico investire nella ricerca e in modelli organizzativi innovativi. - ricorda il Rettore dell’Università del Piemonte Orientale Menico Rizzi - Il lean management, se studiato, applicato e misurato con rigore scientifico, può diventare uno strumento concreto per migliorare i percorsi di cura. La nostra Università considera l’attenzione strategica verso la sanità un asset fondamentale: per questo rafforziamo ogni giorno il legame tra ricerca, formazione e pratica clinica, lavorando in rete con le istituzioni e con chi opera ogni giorno sul campo».
L’appuntamento del 10 aprile ha quindi rappresentato un momento di confronto strategico per valorizzare le migliori esperienze del sistema sanitario piemontese, con l’obiettivo di promuovere una sanità sempre più sostenibile, integrata e centrata sul valore per il paziente.
Con Effe: Donne per le Donne
AL VIA IL 4° CORSO PER BABY-SITTER
Un’opportunità di formazione per chi ama lavorare con i bambini
e vuole essere qualificato al meglio per farlo
Sono aperte le iscrizioni per il percorso di formazione per babysitter con docenti esperti a cura dell'associazione Don Angelo Campora odv e dell’Aps Colibrì.
La formazione prevede 6 incontri di 3 ore il sabato mattina o il venerdì pomeriggio e si terrà dal 9 maggio al 14 giugno 2025, mentre nel mese di luglio si svolgeranno le 16 ore di tirocinio presso servizi socio-educativi del territorio. La partecipazione prevede una quota di iscrizione di € 10, un attestato finale (al raggiungimento dell’80% della frequenza e del superamento della prova finale) e l’istituzione dell’Albo presso siti istituzionali, che agevolerà l’incontro tra le figure qualificate e le famiglie interessate.
La formazione sarà orientata su vari temi: aspettative e motivazioni; sviluppo psicofisico del bambino nella fascia d’età 0-6 anni; gioco e tecniche di animazione; outdoor education; alimentazione, igiene, primo soccorso pediatrico; prevenzione degli infortuni e sicurezza domestica; la relazione e la gestione dei conflitti, deontologia professionale. Gli incontri sono tenuti da docenti esperti nelle diverse aree di studio: pedagogista, infermiere professionale, educatore professionale, animatore, educatrici prima infanzia, educatori socio-pedagogici e ambientali, istruttori sportivi.
Il corso si svolgerà ad Alessandria, presso sedi di servizi socio-educativi messi a disposizione dal Comune di Alessandria e dalla CGIL.
Per poter accedere al corso è necessario aver raggiunto la maggiore età, avere una buona conoscenza della lingua italiana, essere in possesso di un titolo di studio di scuola secondaria superiore o corso di formazione professionale in ambito educativo, di cura e sanitario; assenza delle condizioni ostative previste dalla legge sulle disposizioni in materia di lotta contro lo sfruttamento sessuale dei bambini e la pedopornografia anche a mezzo Internet; idoneità psico-fisica dell’attività da svolgere.
Le iscrizioni dovranno pervenire entro il 7/5/25 compilando il modulo allegato da trasmettere alla mail associazionecampora@gmail.com
Per informazioni: tel. 3337855274 dalle ore 11 alle ore 17.
Scarica il modulo di iscrizione >
Il corso per baby sitter rientra nel Progetto “Risorse per crescere” - Finanziato dalla Regione Piemonte.
Una bella avventura nata nel dolore e fiorita nella solidarietà
UN “ABBRACCIO” PER CRESCERE INSIEME
AGLI AMICI DEL BENIN
In vent’anni realizzato un ospedale pediatrico e opere sociali a Sokpontà.
Paolo era un ragazzo di 21 anni - amato da tutti coloro che lo conoscevano per il suo sorriso e per saper riconoscere l’altro senza distinzioni di sorta - che ha perso la vita il 6 settembre 2003, a bordo della sua moto, per un’incauta inversione di marcia di un’auto. Allora, il papà era il medico di famiglia del paese di Fubine ed è solo immaginabile il suo dolore con quello della moglie e della sorella di Paolo. Di fronte ad imprevisti della vita come questo, il buio, dentro di chi è colpito dalla sventura, si fa fitto. E gli interrogativi sulla morte di un figlio sono ciò che di più impenetrabile possa passare nell’anima. A volte, però, il buio è penetrato da una lama di luce che lascia intravvedere la possibilità di trovare nuove speranze per riprendere un cammino violentemente interrotto. Non, certamente, da soli. Infatti, la scomparsa di Paolo ha fatto scattare gesti di solidarietà fra un gruppo di fubinesi per testimoniare che la sua vita poteva proseguire attraverso l’impegno di coloro che l’avevano conosciuto ed apprezzato. “Nel giro di un anno – racconta il papà Pino Di Menza – hanno raccolto 50.000 euro per acquistare un’ambulanza attrezzata per la Croce Rossa”. Ma non seppero, né vollero, fermarsi di fronte alle molte persone che avevano risposto alla loro proposta. “Gli amici di Paolo prepararono, perciò, un evento, coinvolgendo la popolazione, costringendoci a chiederci se volevamo fermarci o proseguire sulla strada con e verso gli altri. Nessun dubbio sulla scelta perché dall’abbraccio degli amici nacque ‘L’Abbraccio’ per dare un senso alla vita a 360°: quel gesto che ti permette di venire a contatto con chi ti guarda negli occhi e che il contatto fisico ti fa capire che io ti do e tu mi dai, io ti proteggo e tu mi proteggi, io mi metto a disposizione e tu ti metti a disposizione, cioè uno scambio alla pari”.
“A 22 anni nel 1970 – racconta il dottor Di Menza – ero stato in Africa ed avevo visto una realtà che mi era rimasta impressa. Il desiderio era quello di realizzare qualcosa per i più poveri tra i poveri ma non sapevo da dove partire. A Fubine, però, arrivò parroco don Franco Cipriani, responsabile delle missioni della Diocesi di Casale e profondo conoscitore della realtà africana, in particolare del Benin. Gli chiesi consigli mentre stava partendo proprio per quella realtà e al suo ritorno mi disse che esistevano tre necessità: un dispensario da sistemare, una scuola e un collegio per le bambine, in due vecchie strutture murarie abbandonate dai missionari belgi negli anni ’60. Decidemmo per la scuola. Dopo esserci costituiti in associazione nel 2004, l’anno successivo andai per un sopralluogo con mio fratello, mio nipote e don Franco e nel 2006 la scuola era pronta”.
E adesso comincia una storia che ha dell’inverosimile.
“A scuola terminata abbiamo avuto qualche momento di panico perché non c’erano bambini ma nel giro di poco ne ospitammo 300, ricorda Pino Di Menza. Restavano, tuttavia, ancora dei soldi perché la gente rispondeva continuamente attraverso una ‘rete’ di conoscenze e di fiducia reciproche. Decidemmo, perciò, di realizzare il collegio. Ma la generosità continuò ad insistere dandoci la possibilità di iniziare un ospedale pediatrico anziché un dispensario: nel 2008 il progetto e nel 2010 l’inaugurazione dell’ospedale”.
Gli occhi di Pino Di Menza si illuminano: “un ospedale ha bisogno di una chirurgia ed ecco che la si realizza creando una struttura che da un corpo unico dell’edificio diventa un corpo incrociato, come il Tau (l’ultima lettera dell’alfabeto ebraico ma anche la croce cara a San Francesco, ndr)”. E qui è evidente l’esperienza del medico chirurgo. Oggi l’ospedale vanta la Pediatria, la Neonatologia, l’Ostetricia e Ginecologia, la Medicina Generale, il Laboratorio di Microbiologia e di Analisi biomedica, la Sala di Ecografia e di Radiologia. Senza contare la farmacia, l’ambulanza, e l’asilo per i figli dei dipendenti. “Stiamo cercando i finanziamenti per attrezzare la Radiologia e un centro di rianimazione e siamo fiduciosi che li realizzeremo come abbiamo fatto finora”. Questo evidenzia uno spirito di certezza che non riesce a fermarsi di fronte ad imprese molto difficili, se non impossibili. “Noi siamo soltanto i manovali – ci tiene a precisare sorridendo Pino di Menza – la regia è da un’altra parte”.
La narrazione affronta nuovi aspetti. Uno è quello che va sotto il nome di “economia circolare”. Infatti, accanto all’ospedale sussiste un’area di 18 ettari coltivata dai residenti a riso, soia, mais. Oltre alla presenza di allevamenti di galline ovaiole e di maiali. Il primo acquirente è, ovviamente, l’ospedale. Ai coltivatori chiediamo soltanto di fare andar bene l’azienda e di contribuire, come possono, alle necessità dell’ospedale. I prodotti, secondo la loro tipologia vengono trasformati in farine per i nutrienti – grazie ad un laboratorio di trasformazione finanziatoci dalla Chiesa Valdese – o essiccati per commercializzarli. “Non so ancora quando andrà in porto ma nella nostra azienda potrebbe arrivare una riseria”, dice il dottor Di Menza, con la certezza che la speranza diventerà realtà.
Se guardiamo ai “numeri” di quest’opera - nata nel cuore dei fubinesi e cresciuta, sviluppatasi, ampliatasi e senza limiti futuri di prospettive – un brivido corre lungo la schiena. È sufficiente aprire il sito de “L’Abbraccio” per trovarsi di fronte ad una realtà che esula da ogni ipotesi economicamente razionale perché si basa su donazioni, costanti o occasionali, che garantiscono solidarietà, crescita, sviluppo e prospettive di vita dignitose ad una popolazione che rischia ogni giorno di diventare più povera anche per l’egoismo di chi sa solo sfruttare le loro ricchezze naturali.
E a tale proposito cosa c’è di più naturale della luce del sole da trasformare in energia? Il fotovoltaico, è la risposta. Detto, fatto. “I soldi non c’erano tutti, il resto è arrivato da un prestito di Mediolanum per 80.000 euro che stiamo restituendo – dice il dottor Di Menza – e ci ha permesso di realizzare l’impianto fotovoltaico più grande di tutto il Benin che, oltre ad una maggiore sicurezza, ci fa risparmiare un sacco di soldi perché da un anno non compro più schede-madre per le apparecchiature mediche”. È opportuno, infatti, ricordare che la discontinuità dell’erogazione elettrica mette in pericolo proprio le sofisticate apparecchiature diagnostiche.
Ma ecco i “numeri” dell’ospedale che fanno capire la presenza di una “regia” altrove che chiama a raccolta tanti piccoli “manovali” della solidarietà: 14 medici – di cui 7 generici, 1 pediatra, 1 chirurgo, 1 radiologo, 1 ginecologo, 3 in formazione specialistica. 100 dipendenti, fra i quali tecnici di laboratorio, infermieri, nutrizionisti, personale operativo e figure con mansioni amministrative. Assistenza ospedaliera 24 ore al giorno, 7 giorni su 7. Nel 2023, 54.000 persone raggiunte e 11.850 bambini e neonati visitati, dentro e fuori l’ospedale.
Però l’ospedale “esce” dalle sue mura e va sul territorio per svolgere visite mediche gratuite con priorità per i bambini, con 3 medici, 1/2 ostetriche, 3 persone per gestire la farmacia mobile che distribuisce i farmaci prescritti, 1 ausiliario sanitario per tradurre i principali dialetti, 1 autista che guida il mezzo per raggiungere i villaggi.
Attualmente si stanno cercando 60-70.000 euro per realizzare la radiologia ma lo sguardo del dottor Di Menza lascia trapelare altri progetti. Infatti, dice che sta pensando ad una rianimazione da dedicare ai fratelli Carpené, Onesta e don Giovanni che, come presidente dell’Istituto Cooperazione allo Sviluppo (Ics) ideò la StrAlessandria nel 1996. I fratelli Carpenè hanno aiutato popolazioni cambogiane e vietnamite e anche, ora come Fondazione APSARA, l’ospedale di Sokpontà.
Il presidio medico ospedaliero creato da “L’Abbraccio” è diventato un riferimento importante e qualificato per coloro che si occupano di sanità e gli stessi nativi che intendono intraprendere la professione medica si laureano e si recano all’estero per le opportune specializzazioni. “A volte, però, è necessario aiutare queste persone, come nel caso di un medico, divenuto tale grazie alla solidarietà del villaggio”, sottolinea Pino Di Menza. “Abbiamo bisogno di figure professionali e se lo vogliono li aiutiamo a specializzarsi per poi tornare a lavorare da noi.
Ma “L’Abbraccio”, qui entra in campo la nostra Partner preziosa la Coop Minerva di Genova, non si è limitato ad occuparsi di ospedale, di medici, di infermieri, di figure professionali sanitarie (e non riusciamo a capire quale sia il confine dove si fermerà!). Infatti, quella scuola di Sokpontà di cui abbiamo parlato all’inizio ha raggiunto l’autonomia nel 2022 e, guarda caso, l’associazione ha deciso di iniziare ad aiutare la scuola pubblica del villaggio di Akouegba con 500 bambini fra elementari e asilo. “Perché l’istruzione, ricorda Pino Di Menza, aiuta ad uscire dalla povertà e dall’indigenza ed è la base per crescere e svilupparsi. In questa nazione l’alfabetizzazione è ferma al 40 per cento della popolazione e scende al 23 per cento per le donne”.
Le problematiche riguardano anche altri aspetti: dall’abbandono scolastico ai matrimoni precoci alla malnutrizione. “Per questo ci occupiamo di informazione della sessualità, di paternità e maternità responsabili, di rischi derivanti dalle malattie trasmissibili sessualmente, cioè di un lavoro di formazione delle persone per far crescere le comunità. Abbiamo realizzato un centro dove i giovani si ritrovano per parlarsi, per conoscersi, per imparare a stare insieme”.
La cronaca di questi giorni ha fatto rilevare, il 28 gennaio scorso, l’appello de L’Abbraccio per una ambulanza per l’ospedale pediatrico andata distrutta in un brutto incidente: il 13 febbraio Radio Gold annunciava che la generosità di tanti cittadini aveva permesso di raccogliere 60.000 euro destinati all’acquisto di una nuova ambulanza. Sembra proprio esista una regia molto attiva e solerte che protegge un’opera di solidarietà e di sviluppo di primaria importanza.
Siamo convinti che la narrazione di questa bella avventura non finirà qui. Infatti, Pino Di Menza, con una visione ampia e prospettica, sta pensando ad una fondazione “perché, dice, non si può legare una cosa del genere a una, due, tre persone: deve avere le gambe per camminare da sola. Altrimenti, chi ci rimette sono quei banotti laggiù”.
Sono passati ventun’anni dalla scomparsa di Paolo e vent’anni dalla fondazione di questa associazione, laica e aconfessionale, che ha fatto dell’impegno verso chi ha bisogno un motivo di crescita attraverso il dono, sì, ma scegliendo la strada della cooperazione e dell’educazione responsabili perché la carità è importante ma la sussidiarietà permette di rivolgersi alle donne e agli uomini nel rispetto della loro dignità.
Questa bella avventura, purtroppo in mezzo a rumori di guerra, aiuta a riflettere sulla vita che, di questi tempi, corre via frenetica senza lasciarci cogliere la ricchezza di quanti e di quanto ci circonda.
Marco Caramagna
LA SCATOLA DEI RICORDI
Valeria raramente sale le scale per salire in mansarda dove, proprio in fondo alla parete, è sistemata una vecchia cassapanca, e dentro alla cassapanca, un po' nascosta, vi è collocata una grande scatola di cartone tenuta chiusa da un semplice nastro azzurro.
Per Valeria aprirla vuol dire rivivere tutte le emozioni, belle e brutte, malinconiche e felici che hanno segnato il percorso della sua vita, .... quella scatola è la sua scatola dei ricordi, quelli più intimi, quelli che possono essere condivisi solo con chi si vuole bene.
Così, quando la apre le ricapitano fra le mani i quaderni delle elementari, le foto della prima comunione con mamma e papà, il rossetto rubato da bambina a sua madre, il foulard comprato durante il suo primo viaggio da adolescente a Parigi, il libro di poesie di Prevert, regalo del suo primo fidanzato, le chiavi di casa dell’alloggio affittato durante l’Erasmus a Barcellona, la sua tesi di laurea . Ed è quasi per caso che le ricapita in mano quel biglietto aereo acquistato qualche anno fa. E’ il ricordo del suo viaggio in Senegal, organizzato dalla parrocchia del suo quartiere a sostegno di un orfanotrofio del luogo con il quale Valeria era da tempo in contatto. Il tutto avvenne perché Valeria, nel tempo libero, aiutava il gruppo scout del suo quartiere nell’organizzare iniziative per raccogliere i fondi a sostegno di un missionario partito anni fa per il continente africano.
Una attività di volontariato che poco per volta la coinvolse sempre più al punto che un giorno prese la decisione che, una volta laureatasi, si sarebbe recata almeno per un anno in Senagal a sostegno dei volontari della missione.
E così avvenne. Ed è in quella occasione, in quella missione situata a pochi chilometri da Dakar, che conobbe Jamir, uno dei pochi ragazzi del posto già in possesso di un titolo di studio che aveva il compito di aiutare i missionari nell’attività scolastica rivolta ai più piccoli.
Fra Jamir e Valeria nacque spontaneamente da subito un interesse reciproco, poi complicità, confidenza e sopratutto condivisione di valori. Inevitabilmente si innamorarono. E’ lì che, fra le capanne e le pozzanghere della missione, decisero che avrebbero passato i resto dei loro giorni insieme. Insieme, in Italia, per farsi una famiglia ed avere dei figli.
Quell’anno passò in fretta e Valeria dovette, come programmato, far ritorno in Italia: fra l’altro a breve avrebbe assunto il suo primo impiego lavorativo come assistente universitaria. Non poteva rimandare e rimasero d’accordo che Jamir l’avrebbe raggiunta quanto prima. Sapevano delle difficoltà per realizzare il loro sogno, I soldi necessari per il viaggio di Jamir non rappresentavano certo un problema, a quelli avrebbe provveduto Valeria. Inoltre Jamir una volta giunto in Italia, anche se da clandestino, avrebbe potuto facilmente regolarizzare l successivamente a sua situazione.
Così, dopo pochi mesi dalla partenza di Valeria, anche Jamir decide di mettersi in viaggio.
- Pronto Valeria sono Jamir. Sono appena partito. Siamo tutti ammassati in un furgone che ci dovrà portare fino a Tripoli passando per il deserto, poi di li cercheremo una imbarcazione per raggiungere l’Italia. Al momento per fortuna la linea telefonica è coperta e il cellulare che mi hai lasciato funziona bene. Ma non posso utilizzarlo in continuazione. Ti richiamo o ti mando dei messaggi solo se ci sono novità. Ti amo
- Anch’io ti amo. Ti aspetto.
Poi da quel giorno più nulla.
Fino a quando, dopo quasi tre mesi di angoscioso silenzio Valeria riceve una telefonata da un numero sconosciuto.
- Pronto, mi chiamo Shumbai. Mi ha dato il suo numero di telefono,Jamir, sono un suo amico, abbiamo fatto una parte del viaggio insieme. Mi ha pregato, nel caso fossi riuscito a raggiungere l’Italia, che mi sarei messo in contatto con lei. Io adesso mi trovo a Milano.
Per Valeria è un tuffo al cuore. Ha finalmente sue notizie.
- Certo certo , vediamoci subito, ma da dove mi chiama ? Guardi mi dica dove e immediatamente la raggiungo. Dove? A Milano? Va bene, va bene (la commozione e le lacrime le bloccano la voce) Ma Jamir come sta? Dove si trova adesso?
A questa richiesta dall’altra parte del telefono cala il silenzio.
Quando finalmente il giorno dopo si ritrovano a tu per tu, Valeria avverte dallo sguardo di Shumbai una certa ritrosia, forse dettata anche dal pudore, nel confrontarsi con lei
Così è Valeria che prende l’iniziativa di petto:
- La prego mi da notizie notizie di Jamir, non mi faccia stare così in ansia.
- Per me non sarà facile raccontarle tutto quello che so anche se è giusto che lei sappia tutta la verità, ..... ma mi raccomando, sia forte.
Durante il viaggio, Jamir ed io siamo stati fermati dalla polizia libica mentre viaggiavamo ammassati su una furgone verso il porto. Ci hanno obbligato a scendere, hanno prelevato tutti i nostri sodi e i nostri cellulari. Ci hanno poi portato sotto la minaccia delle armi nella prigione di Mittiga, vicino a Tripoli, e lì, per noi, e per tutti, è iniziato l’inferno.
Appena entrati nel carcere libico i miliziani ci chiesero prepotentemente il numero di telefono dei nostri famigliari per fare arrivare i soldi, i molti soldi, per il nostro riscatto, in caso contrario ci avrebbero torturato fino alla morte. Poi ci portarono in un’altra stanza e ci fecero vedere un ammasso di cadaveri, uomini, donne e bambini completamente nudi ammucchiati uno sopra l’altro e lì ci minacciarono ancora dicendoci:” Vedete questi? Non hanno pagato, volete fare la loro fine?”. La scena ancor più raccapricciante fu quando ci accorgemmo con sgomento che molti di quei corpi senza vita mostravano vistose amputazioni. La notte la passammo insieme ad un centinaio di connazionali, in uno stanzone freddo e buio, legati mani e schiena, senza neanche la possibilità di alzarsi per andare in bagno. La puzza di escrementi era insopportabile, ma quello che rendeva il tutto ancor più insopportabile era sentire le urla disumane provenire dalle stanze a fianco. Ma il peggio doveva ancora venire. Nello stanzone, insieme a noi c’era un bambino che avrà avuto si e no sette anni. Aveva gli occhi graziosi e dei lineamenti vagamente femminili. Loro entrarono urlando e ridendo, presero il bambino e di fronte agli occhi della madre iniziarono a turno a violentarlo. Si fermarono solo quando si resero conto che non respirava più. Dopo di che ripresero a violentare la madre. Il giorno dopo ci portarono in quella che loro chiamano”la stanza del cedimento” dove a turno fummo torturati con ferri e tenaglie. Molti non resistettero e, non avendo la possibilità di pagare, furono uccisi con un colpo di grazia alla testa. Fu allora che io cedetti al ricatto dandogli il numero di telefono dei miei famigliari .Ma i soldi che riuscii a recuperare bastarono solo per me, ma non per Jamir A quel punto anche Jamir disse che avrebbe potuto far arrivare i soldi dall’Italia, ma la polizia libica non ne volle sapere. Troppo pericoloso e facilmente rintracciabile un trasferimento effettuato da una banca estera. Il tutto si doveva svolgere necessariamente all'insaputa di tutti, soprattutto dei paesi europei. Così con Jamir continuarono con le torture. Quando mi rilasciarono Jamir stava male, respirava a fatica e perdeva sangue dal naso e dalla bocca, posso solo dire che almeno era ancora vivo, ma non posso dire se sia riuscito o no a superare altre giornate di tortura.
Jamir, nei giorni precedenti all'arresto, durante il viaggio, mi confessò di avere una fidanzata in Italia e che sperava di poterla raggiungere quanto prima. Fu così che, anche per un po' di scaramanzia, mi diede il tuo numero di telefono pregandomi di contattarti nel caso a lui fosse successo qualcosa.
Gli occhi di Valeria iniziarono a farsi umidi e la rabbia si trasformo presto in pianto. Non ebbe la forza di dire niente. Strinse a sé Shumbai e se ne andò via con il cuore a pezzi. Nei giorni successivi si rifugiò nel suo dolore accompagnata dalla tenue speranza che Jamir sia riuscito in qualche modo a sopravvive e che un giorno avrebbe potuto riabbracciarlo.
E’ passato quasi un anno da quell’incontro con Shumbai e adesso Valeria è lì, in mansarda, davanti alla sua scatola dei ricordi con in mano una pagina di giornale .Prima di depositarla con cura all’interno della scatola, trova il coraggio di rileggerla ancora per l’ultima volta.
Il titolo a piena pagina non lascia dubbi. E’ un titolo che può portare solo dolore: “Osama Njeem Almasri, il torturatore delle carceri libiche, il criminale condannato dalla corte internazionali dei diritti dell’uomo perché colpevole di omicidi e di sevizie contro uomini donne e bambini è stato oggi rilasciato dal Governo Italiano. Il governo italiano gli ha anche messo a disposizione un jet privato per fare rientro a Tripoli dove è stato accolto con tutti gli onori. Ancora una volta un sentimento di rabbia mista a disperazione le prende la gola. Ma come è stato possibile? L’uomo responsabile di aver procurato indicibile sofferenze a centinaia di essere umani, fra cui il suo Jamir, è stato trattato dal governo italiano come se si trattasse di un eroe. E, come se non bastasse, la giustificazione adotta dalle fonti governative è altro sale sulla ferita, già, perché sembrerebbe che sia stato rilasciato dalle autorità italiane per un semplice cavillo burocratico: ma quante virgole vale la vita di un essere umano? Ma quello che le pesa di più è acquisire una consapevolezza che non le lascia più alcun dubbio: il governo italiano, la nazione italiana nella quale fino a ieri si identificava è di fatto complice, complice di un massacro di massa che avviene a pochi chilometri dalle sue coste. Nel richiudere la pagina di giornale prova per la prima volta un forte sentimento di vergogna, si di vergogna, la vergogna di essere italiana.
Il suono del campanello di casa la riporta alla realtà.
Scende le scale della mansarda e si dirige quasi di corsa al piano terra ad aprire la porta e nel mentre quella vena di tristezza e di rabbia piano piano vanno a scomparire. Perché Valeria sa che dietro a quella porta ci sarà lui, si lui, perché Jamir ce l’ha fatta, è riuscito a scappare da quel campo di tortura. Una notte ci furono violenti gli scontri, con decine di morti fra gli stessi miliziani seguaci di due opposte fazioni in lotta fra di loro, diventati improvvisamente da alleati a nemici. Lui, insieme ad altri compagni, sopratutto grazie alla confusione , riuscirono a darsi alla fuga.
Da qualche mese Valeria e Jamiri vivono insieme. Lei è anche in dolce attesa e presto la famiglia si allargherà. Un attimo prima di aprire la porta Valeria si sistema il vestito, si asciuga per bene gli occhi ancora commossi e quando apre la porta vede il suo Jamir
Lui le sorride dicendole: “Buon San Valentino amore mio”
E’ vero, oggi è il 14 Febbraio 2025, giorno di San Valentino: il loro primo San Valentino vissuto insieme in Italia
Poi Jamir nota uno sguardo assorto nell’espressione di Valeria
“ Valeria tutto bene? Qualcosa che non va?
- No, niente , niente di particolare. Buon San Valentino tesoro
- Buon San Valentino anche a te Valeria, dolce amore mio. Ti amo
- Ti amo anch’io
Paolo Bellotti
Progetto “EFFE”
CORSO PER ANIMATORI
Un’offerta formativa per dare competenze, sicurezza ed entusiasmo a chi vuole condurre attività ludiche, espressive e culturali
Sono aperte le iscrizioni al corso per animatori a cura dell'associazione Don Angelo Campora odv e dell’Aps Colibrì, nell’ambito del progetto Effe. La formazione prevede 10 incontri di 3 ore il venerdì pomeriggio o il sabato mattina e si terrà nei prossimi mesi di aprile - giugno, mentre nel mese di luglio si svolgeranno le 20 ore di tirocinio presso Centri Estivi e servizi socio-educativi del territorio. La partecipazione prevede una quota di iscrizione di € 30, un attestato finale (al raggiungimento dell’80% della frequenza e del superamento della prova finale) e l’istituzione dell’Albo che agevolerà l’incontro tra le figure qualificate e i soggetti interessati (Enti, Cooperative, Associazioni, famiglie, ecc.).
La formazione sarà orientata su vari temi: aspettative, motivazioni e deontologia professionale, gioco e tecniche di animazione, la pianificazione e la programmazione delle attività, l’animazione sportiva, l’attività artistico-motoria, i grandi giochi, l’animazione musicale e teatrale, l’outdoor education, i laboratori manuali, multimediali e di educazione alla lettura, la relazione e la gestione dei conflitti, l’animazione con la terza età, elementi di primo soccorso e prevenzione degli infortuni.
Il percorso si conclude con una prova teorico/pratica ai fini del rilascio dell’attestato di partecipazione.
Il corso si svolgerà ad Alessandria, presso sedi di servizi socio-educativi e culturali messi a disposizione dai partner di progetto.
Per poter accedere al corso è necessario aver raggiunto la maggiore età, avere una buona conoscenza della lingua italiana, essere in possesso di diploma o frequenza dell’ultimo anno di scuola secondaria superiore; assenza delle condizioni ostative previste dalla legge sulle disposizioni in materia di lotta contro lo sfruttamento sessuale dei bambini e la pedopornografia anche a mezzo Internet; idoneità psico-fisica all’attività da svolgere.
Le domande dovranno pervenire entro il 27/3/25, il modulo di iscrizione è scaricabile dal sito www.donangelocampora.it, dal sito dell’Informagiovani www.informagiovani.al.it e dal sito dell’APS Colibri www.colibriassociazione.al e dovrà essere inoltrato, insieme alla copia di un documento di identità, alla mail associazionecampora@gmail.com .
Per informazioni: tel. 3337855274 dal lunedì al venerdì dalle ore 11 alle ore 17 o mail associazionecampora@gmail.com.
Il corso per animatori rientra nel Progetto “Effe” - Finanziato dalla Fondazione Social.
Il progetto è stato presentato dall’Associazione Don Angelo Campora odv, in partnership con il Comune di Alessandria, l’Aps Colibrì, la Cooperativa Semi di Senape, il Cissaca, l’ASM Costruire Insieme, l’Associazione Cultura e Sviluppo, l’Aps Cambalache, Global Thinking Foundation, Radio Gold, la CGIL di Alessandria, la SAOMS di Capriata d’Orba, l’ASLAL.
Alessandria
LE MEDAGLIE D’ONORE DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA AGLI EX DEPORTATI E INTERNATI
NEI LAGER NAZISTI
La cerimonia in Prefettura lunedì 27 gennaio
Lunedì 27 gennaio p.v. alle ore 12.00, nell’ambito delle manifestazioni previste per la celebrazione del “Giorno della Memoria”, nel Salone di Rappresentanza della Prefettura di Alessandria verranno consegnate le Medaglie d’Onore che il Presidente della Repubblica ha conferito alla memoria degli ex deportati ed internati nei lager nazisti, destinati al lavoro coatto.
La cerimonia avverrà alla presenza delle massime Autorità locali, dei vertici provinciali delle Forze di Polizia e dei Sindaci dei Comuni d’origine degli insigniti.
Medaglia d’Onore alla Memoria
Elenco insigniti:
ALESSANDRIA
- Sig.ra Rosa BONELLI alla memoria del papà Argeste BONELLI
- Sig.ra Piermaura NEBBIA alla memoria del papà Bruno NEBBIA
- Sig.ra Patrizia BOTTARO alla memoria del papà Giuseppe BOTTARO
- Sig. Silvano PIERRO alla memoria del papà Michele PIERRO
- Sig.ra Micaela PITTALUGA alla memoria del papà Michele PITTALUGA
ACQUI TERME
- Sig. Giancarlo BALDISSONE alla memoria del papà Paolo BALDISSONE
OVADA
- Sig.ra Renata Antonietta MAZZOTTA alla memoria del padre Angelo MAZZOTTA
ARQUATA SCRIVIA
- Sig.ra Rosalina ZANARDO alla memoria del papà Mario ZANARDO
BELFORTE MONFERRATO
- Sig. Alfredo RAPETTI alla memoria del papà Luigi RAPETTI
CAMAGNA M.TO
- Sig. Riccardo AMISANO alla memoria del nonno Giuseppe RESICO
PONTECURONE
- Sig. Aleardo SPAVIERO alla memoria del nonno Cesarino Mario SPAVIERO
lunedì 27 gennaio – Commemorazione istituzionale
ore 09.15: Piazzetta della Lega
Le delegazioni degli studenti delle Scuole cittadine insieme ai Rappresentanti Istituzionali e alle Associazioni Combattentistiche e d’Arma si riuniscono in Piazzetta della Lega
- Saluto delle Autorità
- Lettura dei nomi dei deportati ebrei alessandrini morti nei campi di sterminio
- Deposizione di una corona d’alloro davanti alla Sinagoga di via Milano
A seguire, corteo di trasferimento al Carro della Memoria
ore 10.15: Piazzale Deportati Ebrei - Carro della Memoria
(area compresa tra via Scassi e piazzale Berlinguer)
- Accensione del Braciere della Memoria
- Deposizione di una corona d’alloro
- Riflessioni sul Giorno della Memoria a cura della Consulta Provinciale degli Studenti di Alessandria e della Consulta Comunale Giovanile di Alessandria
ore 11.15: Piazza Mafalda di Savoia
Monumento alla Principessa morta a Buchenwald il 28 agosto 1944
Commemorazione delle vittime femminili della deportazione nazifascista
- Deposizione della corona d’alloro e intervento da parte delle Autorità
ore 12.00: Stadio Comunale G. Moccagatta (ingresso da via Bellini) - Targa in memoria di Árpád Weisz
- Deposizione di un mazzo di fiori presso la targa in memoria di Á. Weisz (calciatore e allenatore anche della Alessandria Calcio, morto ad Auschwitz il 31 gennaio 1944) e intervento da parte delle Autorità
Iniziative di approfondimento – 27 gennaio
• Biblioteca Civica “Francesca Calvo”, piazza Vittorio Veneto 1
Proposta di testi e letture selezionate e aggiornate con le novità editoriali
sul tema del Giorno della Memoria
La fruizione al pubblico di questa specifica proposta della Biblioteca Civica viene offerta fino al 7 febbraio nei seguenti consueti giorni e orari di apertura: lunedì, mercoledì e venerdì dalle ore 08.30 alle 13; martedì e giovedì dalle ore 08.30 alle 13 e dalle ore 14 alle 18.
Iniziativa a cura della Biblioteca Civica “Francesca Calvo” in collaborazione con ASM Costruire Insieme.
• Teatro San Francesco, via San Francesco d’Assisi 15
ore 21.00: “Polvere Umana”, azione teatrale liberamente ispirata a
"Se questo è un uomo" di Primo Levi
Spettacolo a cura della Compagnia Coltelleria Einstein. Al termine, è previsto l’intervento del prof. Giovanni Tesio, uno dei maggiori studiosi di Primo Levi.
Evento nell’ambito della Rassegna Teatrale 2024/2025 a cura dell’Amministrazione Comunale in collaborazione con la Fondazione Piemonte dal Vivo.
Info e biglietteria: Teatro San Francesco – 339 3584518 o sul sito www.teatrostregatti.it
• dal 27 gennaio in poi - Approfondimenti tematici a cura dell’Associazione “Memoria della Benedicta”
su www.benedicta.org e www.facebook.com/a.m.benedicta
Basandosi sulla documentazione in particolare del Fondo “Demenech” conservato presso ISRAL, pubblicazione di documenti, immagini e filmati relativi al rastrellamento della “Settimana Santa del 1944” alla Benedicta, che ebbe esito nella deportazione verso il Campo di Concentramento di Mauthausen e dei suoi sottocampi di 188 partigiani rastrellati. Di una parte di questi – 153 dei quali morirono nei luoghi di deportazione, andandosi ad aggiungere ai 154 rastrellati e immediatamente passati per le armi nei giorni della rappresaglia (5-10 aprile 1944) – vengono pubblicati i primi elementi di profilo biografico, uniti ove possibile alla pubblicazione di alcune fotografie per cercare di restituire “un volto” ai protagonisti di quella tragica storia che, pur nelle evidenti differenze, accosta l’esperienza umana delle vittime del rastrellamento a quella dei deportati della Shoah. La presentazione del materiale viene accompagnata da due interventi video-registrati: del Presidente dell’Associazione “Memoria della Benedicta”, Daniele Borioli, e di Cesare Manganelli, di ISRAL: uno dei massimi studiosi della storia della deportazione in Piemonte.
30 gennaio
• Biblioteca Civica “Francesca Calvo”, piazza Vittorio Veneto 1
ore 16.30: “Raccontare la Shoah ai ragazzi”. Raffaella Romagnolo discute del suo libro “In fondo al buio”
L’incontro è aperto alla cittadinanza ed è anche un momento di formazione per gli insegnanti, cui verrà rilasciato un attestato di partecipazione.
L’ultimo libro di Raffaella Romagnolo (Pelledoca Editore, 2024), destinato alle ragazze e ai ragazzi sino ai 14 anni di età, racconta la storia di fuga e di salvezza di un ragazzo, Emanuele, ed è ispirata ad una storia vera scoperta dalla scrittrice durante le ricerche per “Aggiustare l’Universo”, il suo romanzo finalista al premio Strega.
Evento in sinergia tra ISRAL e Biblioteca Civica “Francesca Calvo” di Alessandria.
durante il mese di febbraio 2025
• Carro della Memoria, Piazzale Deportati Ebrei
Si segnala inoltre che – su prenotazione, inviando una mail all’indirizzo didattica@isral.it – durante il mese di febbraio, in orario mattutino, sarà possibile visitare il Carro della Memoria. La visita sarà condotta da Silvia Falcione e Alberto Vardaro, Operatori volontari del Servizio Civile Universale presso l’ISRAL.
Alessandria
“POLVERE UMANA” NEL GIORNO DELLA MEMORIA
Al Teatro San Francesco uno spettacolo della Compagnia Teatrale Coltelleria Einstein ispirato a “Se questo è un uomo” di Primo Levi
Lunedì 27 gennaio, Giorno della Memoria 2025, la compagnia teatrale alessandrina Coltelleria Einstein presenta, per il Segmento Off della Stagione Teatrale 2024-2025, organizzata dalla Città di Alessandria in collaborazione con Piemonte dal Vivo e ASM Costruire Insieme, con il supporto di Alexala, e la partecipazione di Alegas, lo spettacolo “Polvere umana” di e con Giorgio Boccassi e Donata Boggio Sola, con la voce narrante di Massimo Rigo, azione teatrale liberamente ispirato all’opera memorialistica “Se questo è un uomo” di Primo Levi. Lo spettacolo si svolgerà al Teatro San Francesco di Alessandria, in via San Francesco d’Assisi 15, alle ore 21.00, ed è inserito nell’ambito delle iniziative di approfondimento sul “Giorno della Memoria 2025”, promosse da Provincia e Comune di Alessandria con la partecipazione di diversi Enti Istituzionali alessandrini. Al termine della pièce teatrale interverrà il Prof. Giovanni Tesio, filologo e critico letterario, già ordinario di Letteratura Italiana presso l’Università Piemonte Orientale A. Avogadro e uno dei maggiori studiosi di Primo Levi.
“Polvere umana” è un’azione teatrale dove il gesto, arricchito da musiche suggestive, sostituisce la parola e porta lo spettatore, in maniera drammatica ed emozionante, a vivere la sofferenza dei deportati nei lager nazisti. Il corpo e il movimento diventano una tragica danza di morte e cinismo, in una situazione senza scampo, come racconta lo scrittore, ma sono anche teatro nella più pura essenza. L’uomo è denudato della sua identità, obbligato a battersi come un animale per la vita, costretto a mutare il suo codice morale. Sulle parole di Primo Levi, chiare, concise, asciutte e precise come una formula chimica, si muovono gli attori, nella tensione suscitata dalla lucidità di questo ricordo terribile. Vittime, aguzzini, desolati e aggressivi, rassegnati e vacui. E se appare un sorriso, un lampo di ironia, è per esorcizzare, attraverso la malinconia del clown, il timore che nulla sia cambiato. Lo spettacolo ha debuttato a Glasgow in Scozia, in un convegno su Primo Levi e ha ricevuto una menzione speciale dall’Ente Teatrale Italiano.
“In un momento così difficile e controverso per il Medio Oriente”, dice Giorgio Boccassi, “ci sembrava giusto comunque non dimenticare la tragedia più ignobile del ‘900”.
Prenotazione biglietti al numero 339-3584518 o sul sito www.teatrostregatti.it
In vendita il giorno dell’evento un’ora prima dell’inizio dello spettacolo.
Novi Ligure
IL GIORNO DELLA MEMORIA
Il programma delle iniziative
Per commemorare il Giorno della Memoria del 2025, il Comune di Novi Ligure ha organizzato una serie di eventi culturali in collaborazione con Isral (Istituto per la storia della Resistenza in provincia di Alessandria) e sezione Anpi (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia) di Novi Ligure che vertono, in modo particolare, sulla posa di una seconda Pietra d’inciampo in Città, (sempre creata dall’artista tedesco Gunter Demnig) in ricordo di Isacco Krachmalnicoff.
Sabato 25 gennaio, alle ore 21 presso il Teatro Paolo Giacometti (c.so Piave, 2) si terrà uno spettacolo teatrale dal titolo “Storia di un uomo magro” liberamente tratto da “Il forno e la sirena” di Giacomo Mameli, scritto diretto e interpretato da Paolo Floris, accompagnato dall’organetto di Pier Paolo Vacca. Ingresso gratuito.
Domenica 26 gennaio, alle ore 18 presso l’Auditorium “Alfredo Casella” (via Verdi, 37), nell’ambito della Rassegna Concertistica “Musicanovi 2025” verrà eseguito da I Solisti dell’Orchestra Classica di Alessandria, il concerto dal titolo “Note senza cielo”.
Per info: tel.: 3476564484 – email: alfredocasella92@gmail.com.
Il programma prosegue lunedì 27 gennaio, alle ore 10, con un incontro rivolto agli studenti degli Istituti Scolastici Secondari di Primo Grado cittadini, presso il Salone Parrocchiale della Chiesa di Sant’Antonio (v.le della Rimembranza, 44) dal titolo “La Storia di Isacco Krachmalnicoff” a cura di Graziella Gaballo, Presidente ANPI sezione di Novi Ligure, Gennaro Fusco, editore e Patrizia Krachmalnicoff, figlia di Isacco Krachmalnicoff.
Alle ore 11,30 in V.le della Rimembranza, 40, luogo dell’ultima abitazione di Isacco Krachmalnicoff, si svolgerà la Cerimonia di posa della Pietra d’inciampo a sua memoria.
Sempre lunedì 27 gennaio ci si sposterà nell’Androne di Palazzo Dellepiane (Piazza Dellepiane), nel centro storico, dove, alle ore 17 si svolgerà la cerimonia “Luci della Memoria”. Dopo i saluti del Sindaco Rocchino Muliere e all’intervento a cura di uno studente dell’IIS Ciampini Boccardo di Novi Ligure si procederà all’accensione dei lumi e alla lettura dei nominativi dei deportati del Novese con la rappresentazione dal titolo “Nuovi lumi” a cura dei ragazzi del Liceo Amaldi, coordinati dalla Prof. Laura Gualtieri della sezione di teatro. La cerimonia proseguirà subito dopo, in via Cavour n. 67, davanti alla Pietra d’inciampo (Stolpersteine) creata dall’artista tedesco Gunter Demnig per ricordare il deportato novese Silvio Salomon Ottolenghi con un intervento a cura di uno studente del Liceo Amaldi. Sul sampietrino di ottone, posto di fronte a quella che fu la sua abitazione, sono incisi i dati identificativi del deportato (nome, cognome, anno di nascita, data dell’arresto, giorno della deportazione, data e luogo di morte) per restituirgli quella identità che il fascismo intendeva togliergli insieme al suo status di cittadino.
Valenza
“AGGIUSTARE L’UNIVERSO”
DI RAFFAELLA ROMAGNOLO
Nel Giorno della Memoria l’autrice dialogherà
con Francesca Ventura nella Sala Consiliare Comunale
In occasione del Giorno della Memoria, lunedì 27 gennaio 2025 alle ore 18.15 presso la Sala Consiliare di Palazzo Pellizzari, la Biblioteca civica organizzerà, in collaborazione con Cif-Centro italiano femminile, Consulta Comunale del Volontariato e Unitre Valenza, l’incontro con l’autrice Raffaella Romagnolo.
A dialogare con la scrittrice sarà Francesca Ventura, curatrice del profilo letterario “Letture tra due guanciali”, che propone sul canale facebook le ultime novità editoriali.
Raffaella Romagnolo presenterà a Valenza il romanzo “Aggiustare l’universo” (Mondadori, 2023), quarto classificato al Premio Strega 2024.
Il romanzo, ambientato a Borgo di Dentro (nome scelto dall’autrice per indicare la parte più antica della città di Ovada), si apre in occasione dell’inizio dell’anno scolastico 1945-46, il primo dell’Italia liberata. La vicenda vede al centro i temi dei bambini nascosti sotto falsa identità durate le persecuzioni e la Shoah e il valore della memoria e del ricordo vissuti dai protagonisti del romanzo secondo modalità e declinazioni diverse. È questo un romanzo di dolore e di rinascita in cui tutti i personaggi, principali e secondari, sono dettagliati con estrema cura.
A presentare la candidatura del romanzo della Romagnolo al Premio Strega è stata la scrittrice e superstite all’Olocausto Lia Levi con la seguente motivazione: «[...] Pagine e pagine di eccellente letteratura scorrono per arrivare a districare il segreto che ha spezzato una famiglia negli anni della guerra e della persecuzione contro gli ebrei. E Raffaella Romagnolo è perfettamente riuscita in un lavoro di ricerca meticoloso e originale.
Non è questo però l’unico merito del romanzo, quello che colpisce ancora di più è la suggestiva tecnica che l’autrice adotta per “raccontare”. La storia è narrata da una moltitudine di personaggi [...] ognuno di loro ci offre uno scorcio di sé su episodi e tempi diversi. Non si afferrerà il collegamento se non alla fine, con i fili che incominciano a intrecciarsi in una storia affascinante [...]. Sono tutte queste motivazioni che mi spingono ad appoggiare un libro secondo me riuscitissimo e meritevole della massima attenzione.»
Raffaella Romagnolo è nata a Casale Monferrato e vive sulle colline tra Piemonte e Liguria. Da bambina amava leggere e sognava di trascorrere la sua vita tra i libri. Si è laureata in Letteratura Italiana all’Università di Genova e ha conseguito un dottorato in Scienze Letterarie all’Università di Pavia. Terminati gli studi ha cominciato a lavorare al suo primo romanzo e da allora non ha più smesso di scrivere. Attualmente insegna Italiano e Storia in una scuola superiore di Ovada, fa parte del comitato scientifico dell’Istituto per la storia della resistenza e della società contemporanea di Alessandria e collabora con “Il Secolo XIX”.
Tra i suoi romanzi si ricordano: “La masnà” (2013), “Tutta questa vita” (2013), “La figlia sbagliata” (2015), “Destino” (2018), “Di luce propria” (2021), “Il cedro del Libano” (2023). I suoi libri sono tradotti in sette lingue.
Ottobre 1945. L’anno scolastico inizia in ritardo. È il primo dell’Italia liberata e non è semplice ripartire dalle macerie. La maestra Gilla guarda con angoscia quei muri che fino a poche settimane prima alloggiavano nazisti. È arrivata a Borgo di Dentro per sfuggire alle bombe che martoriavano la sua Genova, e come tanti giovani ha combattuto e ha rischiato la vita, scommettendo sulla costruzione di un futuro migliore che altri compagni non vedranno. Ma ora non vuole pensare a quello che la guerra le ha tolto, e le ventitré allieve di quinta elementare che ha di fronte sono una ragione sufficiente per tenere a bada la tristezza. Al suono della campanella è rimasto un posto vuoto, in prima fila. La bambina a cui è destinato raggiunge la classe poco dopo, accompagnata dalla bidella e da un biglietto del direttore. Si chiama Francesca e arriva dal vicino orfanotrofio. È preparata, diligente, ma non parla e Gilla nei suoi occhi riconosce subito la tristezza di chi si trova solo in un mondo cui non appartiene. Per entrambe c’è stato un prima e c’è stato un dopo. Ma se Gilla del passato vorrebbe liberarsi, per Francesca è l’unico posto in cui desidera tornare. Perché lì sta la sua famiglia, quella per cui il suo nome era Ester e con cui viveva a Casale Monferrato, prima che i provvedimenti per la difesa della razza” impedissero a suo padre di insegnare, a suo nonno di vendere stoffe, a lei e sua madre di condurre una vita degna di questo nome. L’ultimo ricordo felice di Ester è una gita sul Po. Dopo, solo la colpa di essere ebrei. Ora dei genitori non sa più nulla, e la speranza che tornino a prenderla, come le hanno promesso, l’abbandona un po’ ogni giorno. Gilla ha intuito cosa nasconde l’ostinato silenzio della bambina, e sa che per riparare ciò che si è rotto servono calma e pazienza. Le stesse che usa con un vecchio planetario meccanico cha la sera aggiusta sul tavolo della cucina, formulando lezioni immaginarie per le sue allieve.
Per informazioni: 0131 949286 – biblioteca@comune.valenza.al.it
Alessandria
NUOVA VIABILITÀ PER L’AREA PEDONALE
Dal mese di maggio alcune strade del Centro cittadino saranno interessate da modifiche della viabilità che comprenderanno cambiamenti del senso di marcia veicolare e introduzioni di Aree Pedonali Urbani accessibili attraverso varchi. I permessi di transito ai soggetti che li richiederanno (e che avranno i requisiti per ottenerli) saranno forniti dal Comune digitalmente, tramite un portale web creato per questo scopo. I tempi e le modalità di richiesta dei permessi saranno comunicati con largo anticipo e le modalità di richiesta verranno spiegate dettagliatamente per rendere agile e semplice il loro ottenimento.
Quali zone diventeranno Aree Pedonali Urbane?
- corso Roma;
- via Caniggia;
- via Legnano, nel tratto compreso tra piazza Marconi e via Trotti;
- piazza Marconi;
- via Bergamo, nel tratto compreso tra via Trotti e via San Lorenzo;
- via Modena, nel tratto compreso tra via San Lorenzo e via Trotti;
- via Piacenza, nel tratto compreso tra via Trotti e via San Lorenzo;
- via Alessandro III, nel tratto compreso tra corso Roma e via Trotti;
- via San Lorenzo, nel tratto compreso tra via Piacenza e piazzetta della Lega;
- via Milano, nel tratto compreso tra piazzetta della Lega e via Migliara;
- via Vochieri, nel tratto compreso tra piazzetta della Lega e via Migliara;
- via dei Martiri;
- via Migliara, nel tratto compreso tra via Milano e piazza della Libertà;
- via San Giacomo della Vittoria, nel tratto compreso tra piazza della Libertà e via Piacenza;
- via Ferrara;
- vicolo dell’Erba;
- via Sappa, vicolo dei Musicisti Alessandrini;
- piazza Santa Maria di Castello;
- via Santa Maria di Castello, nel tratto compreso tra via Milazzo e via Verona;
- anello di piazza della Libertà, nel tratto compreso tra via Mazzini e via dei Guasco;
- via Cavour, nel tratto compreso tra corso Cento Cannoni e via Mondovì;
- via Cremona, nel tratto compreso tra via Gagliaudo e via Marsala;
- piazza Giovanni XXIII;
- via Gagliaudo;
- piazza Santo Stefano.
Quali vie vedranno modificato il senso di marcia?
- via Alessandro III, da corso Roma a via Trotti;
- corso Roma, da via Piacenza a piazzetta della Lega;
- piazzetta Santa Lucia, da via Milano a via Vescovado;
- via XXIV Maggio, da via San Giacomo della Vittoria a via Verdi;
- via Legnano, da corso Roma a via Trotti;
- via Machiavelli, da via Dante a via Marsala.
Chi potrà richiedere il permesso di accesso?
(Tramite modalità digitali che verranno comunicate con largo anticipo).
- titolari di residenza anagrafica in una delle vie comprese all’interno della APU;
- chi ha disponibilità, per motivi di lavoro o studio o famigliari, di locali ad uso abitazione ubicati in APU;
- chi ha disponibilità di uno o più posti auto in area privata, non soggetta a pubblico passaggio, con ingresso - da una delle vie comprese all’interno della APU;
- titolari di attività commerciali, produttive, artigianali o assimilabili;
- corrieri e fornitori di attività presenti in APU;
- medico di base, titolare dell'attività, strutture ricettive o privato proprietario di sola abitazione non residente/domiciliato;
- veicoli utilizzati da associazioni di volontariato, onlus, no profit o altri enti o parenti che abbiano necessità di accedervi, per l’assistenza di persone non autosufficienti attestato da idonea certificazione medica;
- veicoli al servizio di cantieri di lavoro ubicati all’interno della APU ed utilizzati per trasporto di materiale od attrezzature;
- veicoli utilizzati per trasportare strumentazioni, materiale o merci che permettano l’allestimento di manifestazioni musicali, culturali, gastronomiche od attività similari organizzate o patrocinate dal Comune di Alessandria;
- veicoli ASL/ASO, di servizio medico e socio-assistenziale;
- veicoli in uso ad assistenti domiciliari;
- veicoli servizio veterinario pubblico;
- veicoli delle Forze dell’Ordine;
- bus, taxi, NCC;
- veicoli delle società addette al recapito postale;
- veicoli in servizio e trasporto funebre;
- veicoli in servizio di protezione civile.
Carabinieri di Alessandria
CORSO DI EDUCAZIONE ALLA LEGALITÀ
CON GLI STUDENTI DEL LICEO SCIENTIFICO
Alla presenza di oltre 200 studenti e dei loro insegnanti, i Carabinieri della locale Compagnia hanno tenuto un incontro nell’ambito del progetto di collaborazione scolastica “Cultura della legalità” con il Liceo Scientifico “Galileo Galilei“, illustrando i rischi sociali e penali dell’uso degli stupefacenti e dell’abuso dell’alcool, definendo inoltre il quadro normativo di riferimento, che ha portato gli studenti, ragazzi tra i 14 e i 18 anni, a comprendere le proprie responsabilità e a conoscere sanzioni e conseguenze penali derivanti da un comportamento illecito. Imputabilità e responsabilità civili e penali estese anche a genitori e insegnanti, che trova riferimento normativo, in quest’ultimo caso, nell’art. 2048 comma 2 del Codice Civile: “I precettori e coloro che insegnano un mestiere o un’arte sono responsabili del danno cagionato dal fatto illecito dei loro allievi e apprendisti nel tempo in cui sono sotto la loro vigilanza”. Fra gli argomenti trattati, le condotte di guida, dai ciclomotori ai veicoli, e i pericoli derivanti sulle stesse dall’influenza di alcool e droghe, oltre alla diffusione e alla tipologia di queste ultime, vecchie e nuove, rinvenute sul territorio alessandrino, la loro facile reperibilità da parte dei minori sul web e le criticità derivanti
LA PACE NASCE DAL RISPETTO E
DALLA SPERANZA OPEROSA
Da anni il presidente Sergio Mattarella ci ha abituati a discorsi profondi e precisi sull’attualità del nostro tempo. Lo ha fatto anche lo scorso 31 dicembre rivolgendosi alle sue concittadine e concittadini per augurare loro un buon anno ribadendo che “mai come adesso la pace grida la sua urgenza”, richiamando episodi che provengono da luoghi a noi vicini - l’Ucraina, la Palestina e Israele – con i loro morti e feriti innocenti.
La pace è alla base del messaggio che i pontefici inviano nella Giornata Mondiale della Pace, che cade il 1° gennaio di ogni anno da 58 anni e la cui assenza, come sottolinea Papa Francesco, affligge il nostro pianeta per le disparità di ogni sorta, per il trattamento disumano riservato alle persone migranti, per il degrado ambientale, per la confusione colpevolmente generata dalla disinformazione, per il rigetto di ogni tipo di dialogo, per il cospicuo finanziamento dell’industria militare.
Sono richiami che da anni sentiamo ripetere da chi ha veramente a cuore il bene comune e la porzione di umanità che gli è stata affidata ma sempre più disattesi in una corsa agli armamenti, in un aumento dello sfruttamento dell’uomo sull’uomo che genera ricchezza per pochi a scapito di molti, in un crescendo di ostilità, se non di odio, per chi è differente. Conseguentemente, si richiedono cambiamenti culturali e strutturali che, purtroppo, non avvengono.
Nel suo messaggio il Presidente della Repubblica ha fatto riferimento all’Istituto dell’Enciclopedia Italiana Treccani che ha scelto, come parola dell’anno, “rispetto”. “Il rispetto verso gli altri – ha detto Sergio Mattarella – rappresenta il primo passo per una società più accogliente, più rassicurante, più capace di umanità. Il primo passo sulla strada per il dialogo, la collaborazione, la solidarietà, elementi su cui poggia la nostra civiltà. Rispetto della vita, della sicurezza di chi lavora. Rispetto della dignità di ogni persona, dei suoi diritti”.
E c’è un cammino di speranza che Papa Francesco indica attraverso tre punti del suo messaggio. Il primo: “Riconoscendo il debito ecologico, i Paesi più benestanti si sentano chiamati a far di tutto per condonare i debiti di quei Paesi che non sono nella condizione di ripagare quanto devono”. Il secondo: “Un impegno fermo a promuovere il rispetto della dignità della vita umana, dal concepimento alla morte naturale, perché ogni persona possa amare la propria vita e guardare con speranza al futuro, desiderando lo sviluppo e la felicità per sé e per i propri figli”. Il terzo: “Utilizziamo almeno una percentuale fissa del denaro impiegato negli armamenti per la costituzione di un Fondo mondiale che elimini definitivamente la fame e faciliti nei Paesi più poveri attività educative e volte a promuovere lo sviluppo sostenibile, contrastando il cambiamento climatico”.
Ma la speranza “non può tradursi soltanto in attesa inoperosa” – come ha detto il Presidente Mattarella – perché “la speranza siamo noi. Il nostro impegno. La nostra libertà. Le nostre scelte”.
Marco Caramagna
Alessandria
UN AMBULATORIO ORTOPEDICO OPERATIVO
TUTTI I SABATI DI GENNAIO
Dedicato alle prime visite, sarà attivato nel Poliambulatorio Santa Caterina
Un nuovo servizio per la cittadinanza è stato attivato da sabato 4 e per tutti i sabati del mese di gennaio presso il Poliambulatorio Santa Caterina nel Presidio Civile “Santi Antonio e Biagio” in via Venezia 16, dove è stato predisposto un ambulatorio dedicato alle prime visite ortopediche, operativo dalle ore 8 alle ore 13.
Per prenotare la visita è necessario contattare il Centro Unico di Prenotazione (CUP) telefonando al numero verde 800.000.500, attivo tutti i giorni, sabato e domenica compresi, dalle ore 8 alle ore 20, escluse le festività.
Il servizio è attivato grazie alla SC Ortopedia e Traumatologia dell’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Alessandria, diretta dal dottor Danilo Chirillo, e mira a migliorare l’accesso alle prestazioni specialistiche, offrendo un supporto concreto alle esigenze dei pazienti.
CONSERVATORIO "VIVALDI"
RASSEGNA MUSICALE 2025
22 GENNAIO 2025 – ORE 21:00 - AUDITORIUM PITTALUGA - ALESSANDRIA
I mercoledì del conservatorio XXXIII
Risonanze – Concerto Conclusivo della Masterclass di Elio Martusciello
SABATO 25 GENNAIO – ORE 18:00 - 20:00 - Teatro Sociale di Valenza
Fughe d’inverno
Rassegna di musica classica in collaborazione con il Conservatorio "Vivaldi" di Alessandria
Arie e duetti da Mozart a Bernstein...
29 GENNAIO 2025 – ORE 17:00 - 19:00 - AUDITORIUM PITTALUGA - ALESSANDRIA
I mercoledì del conservatorio XXXIII
Cole Porter Songbook Vivaldi Jazz Duo Elena Cazzulo, voce Mirko Bracaele,...
12 FEBBRAIO 2025 – ORE 17:00 - AUDITORIUM PITTALUGA - ALESANDRIA
Intro Allievi: Duo Sacconi-Naretto, tenore-pianoforte Sergio Pallottelli, flauto Roberto Issoglio, pianoforte
Ingresso gratuito,...
SABATO 15 FEBBRAIO – ORE 18:00 - 20:00 - Teatro Sociale di Valenza
Fughe d’inverno
Rassegna di musica classica in collaborazione con il Conservatorio “Vivaldi” di Alessandria
Musiche di L. V. Beethoven, F. Schubert...
26 FEBBRAIO 2025 – ORE 17:00 - 19:00 - AUDITORIUM PITTALUGA - ALESSANDRIA
I mercoledì del conservatorio XXXIII
Miriana Riviello, contrabbasso Valeria Vitelli, pianoforte
Ingresso gratuito, fino a esaurimento posti.
5 MARZO 2025 – ORE 17:00 - 19:00 - AUDITORIUM PITTALUGA - ALESSANDRIA
I mercoledì del conservatorio XXXIII
Intro Allievi: Giulia Sartor, pianoforte Stefano Parrino, flauto Marina Onidi, flauto Sara Tagliabue,...
12 MARZO 2025 – ORE 17:00 - 19:00 - AUDITORIUM PITTALUGA - ALESSANDRIA
I mercoledì del conservatorio XXXIII
Café Paris - Intro Allievi: Pastore - Argandona - Pontoriero - Amiri - Delucchi - Borca, voci-pianoforte
Mirko Guadagnini, baritenore e voce narrante...
SABATO 15 MARZO - ORE 18:00 CHIESA DI SAN LORENZO - ALESSANDRIA
Rosenkranzsonaten - Ensemble Il Cantiere di Orfeo Direttore Claudio Andriani
SABATO 15 MARZO - ORE 18:00 - Teatro Sociale di Valenza
Fughe d’inverno
Rassegna di musica classica in collaborazione con il Conservatorio “Vivaldi” di Alessandria
Dal folklore balcanico alla Belle Époque M....
19 MARZO 2025 – ORE 17:00 - 19:00 - AUDITORIUM PITTALUGA - ALESSANDRIA
I mercoledì del conservatorio XXXIII
The Bogeyman Intro Allievi: Duo Velo-Belpanno, flauto-chitarra Corrado Schialva, fagotto Alessio Pisani,...
2 APRILE 2025 – ORE 17:00 - 19:00 - AUDITORIUM PITTALUGA - ALESSANDRIA
I mercoledì del conservatorio XXXIII
La Musica a Roma, Napoli e Firenze tra fine '600 e...
9 APRILE 2025 - ORE 19:00 - AUDITORIUM PITTALUGA - ALESSANDRIA
I mercoledì del conservatorio XXXIII
Poemario fantasías e intabulaciones para vihuela de mano Recital di vihuela: Ariel Abramovic -...
16 APRILE 2025 – ORE 17:00 - 19:00 - AUDITORIUM PITTALUGA - ALESSANDRIA
I mercoledì del conservatorio XXXIII
La voce del Soprano: coloratura versus lirico Concerto intero Allievi 2...
Info:
Conservatorio Antonio Vivaldi
Via Parma 1, Alessandria
tel: +39 0131 051500
email: info@conservatoriovivaldi.it
UN NATALE DI CORRESPONSABILITÀ
Le cronache di queste settimane ci raccontano delle iniziative natalizie ideate e organizzate per allietare gli shopping dei consumatori che non possono rinunciare agli acquisti. Le città sono illuminate a festa da decorazioni multicolori e disseminate di alberi, pupazzi di neve giganti, babbi natale ammiccanti. Musiche diffuse nelle vie degli acquisti e scambi di auguri, nenie natalizie di cori e gioie manifeste di bambini coronano uno scenario che richiama immagini similari dei periodi natalizi prima del covid. E, come allora, regna sovrana la spensieratezza in un contesto oleografico che lascia sperare in un domani migliore. “Velocemente però – scrive Papa Francesco nell’enciclica ‘Fratelli tutti’ del 3 ottobre 2020 – dimentichiamo le lezioni della storia, ‘maestra di vita’. Passata la crisi sanitaria, la peggiore reazione sarebbe quella di cadere ancora di più in un febbrile consumismo e in nuove forme di auto-protezione egoistica”.
Alla vigilia del Natale, invece, le cronache narrano anche delle difficoltà di migliaia di persone che faticano a mettere insieme il pranzo con la cena e “il giorno della bontà” per eccellenza si ritrovano in qualche salone di associazioni solidali per consumare – per fortuna! – un pasto degno di tale giorno, insieme ad autorità civili e religiose, serviti da volontari che, già durante l’anno, prestano la loro disponibilità nell’accogliere e nell’aiutare chi è nel bisogno.
La solidarietà è quanto mai necessaria e benedetti sono coloro che si dedicano nell’attuarla ma viene spontaneo domandarsi se è umanamente e socialmente onesto e utile il solo procrastinarsi di impegni e azioni verso donne e uomini che hanno una loro dignità. O se non sia necessario guardare al principio di sussidiarietà per il soddisfacimento dei bisogni delle persone.
Vale a dire che chi ha responsabilità politiche, economiche e sociali non può lasciar incancrenire i problemi, rimandare i provvedimenti relativi ai diritti primari di ogni essere umano – come la casa, la salute, il sostentamento, l’istruzione – permettere ai più miserabili di dormire nelle stazioni o sulle panchine. E l’elenco delle povertà potrebbe continuare. Sono tutte persone che, almeno una volta, abbiamo incontrato sulla Gerusalemme-Gerico delle nostre vite. E il nostro farci prossimi a loro ha rappresentato soltanto un piccolo contributo di carità umana e cristiana che, però, deve trovare soluzioni che vanno oltre la misericordia temporanea e occasionale.
Così come “non dobbiamo aspettarci tutto da coloro che ci governano” perché “sarebbe infantile. Godiamo di uno spazio di corresponsabilità capace di avviare e generare nuovi processi e trasformazioni. Dobbiamo essere parte attiva nella riabilitazione e nel sostegno delle società ferite. Oggi siamo di fronte alla grande occasione di esprimere il nostro essere fratelli, di essere altri buoni samaritani che prendono su di sé il dolore dei fallimenti, invece di fomentare odi e risentimenti. Come il viandante occasionale della nostra storia, ci vuole solo il desiderio gratuito, puro e semplice di essere popolo, di essere costanti e instancabili nell’impegno di includere, di integrare, di risollevare chi è caduto; anche se tante volte ci troviamo immersi e condannati a ripetere la logica dei violenti, di quanti nutrono ambizioni solo per se stessi e diffondono la confusione e la menzogna” (Papa Francesco, “Fratelli tutti”, n.77).
Sono parole che fanno eco all’impegno di don Angelo e al lascito che altri hanno raccolto per proseguire sulla strada che va verso Betlemme dove è nato un Bambino la cui povertà è un richiamo alla corresponsabilità di ciascuno verso le fragilità e le necessità di tutti.
Buon Natale!
Marco Caramagna
StOriE CoSì –
L’uomo che insegnò la gioia
Inverno, fa freddo, è un attimo prendersi l’influenza o qualche altra malùra. Bella grana, ammalarsi! C’è, invece, una malattia contagiosissima che, se te la becchi, non te ne vorresti liberare mai più. Non ci credi? Allora, ti racconto una storia, perché «na storia béla fa piasì cüntela», anche se proprio vera non è, proprio finta nemmeno, verosimile sì. Nel diffuso frastuono, spesso rabbioso e ostile, di questo nostro tempo, abbiamo un gran bisogno di storie… come dire… concilianti, magari con qualche venatura di malinconia o con qualche scoppio tragico, ma che lasciano aperta la fessura della speranza e della rinascita. Tra cronaca e romanzo, hanno un posto ideale le «StOriE CoSì», racconti verosimili con i connotati della verità autentica e possibile. BUONA LETTURA. Ciau
SILVANA MOSSANO
Il disegno dell’uomo che insegnò la gioia è opera di Filippo Pietro Rossi, 8 anni
ETERNIT BIS – La difesa chiede alla Corte: «Assolvete Schmidheiny»
La pubblica accusa: da sinistra, Gianfranco Colace, Sara Panelli e Mariagiovanna Compare
Signor Schmidheiny, il suo difensore ha affermato che vanno cercate fuori dal processo penale le soluzioni per cicatrizzare le lacerazioni prodotte da questa tragedia apocalittica. E ha anche detto che è un punto fermo che il mesotelioma è provocato dall’amianto. Ovunque lo si sia lavorato e chiunque lo abbia impiegato. Poi ha espresso un auspicio formidabile e pienamente condiviso: «Spero con tutto il cuore che un giorno si arrivi alla cura per questa maledetta malattia». Non pensa, signor Schmidheiny, che sia giunto il momento per impegnarsi finanziando e coordinando personalmente la ricerca scientifica per produrre quella cura che guarirà tutti i malati di mesotelioma del mondo? Lo faccia, signor Schmidheiny, lo faccia adesso! Sarà il suo più grande e auspicabile impegno filantropico.
UDIENZA 11 DICEMBRE 2024
«L’amianto è stata una tragedia», ma la vicenda su cui è incentrato il processo Eternit Bis, di cui si celebra il secondo grado in Corte d’Assise d’Appello a Torino,«non è un unicum – ha esordito l’avvocato Guido Carlo Alleva, difensore dell’imputato Stephan Schmidheiny -. E’ una tragedia di proporzioni apocalittiche di cui Casale Monferrato è una parte». All’udienza di mercoledì 11 dicembre si è completata la fase dedicata alle arringhe difensive; il 4 aveva parlato l’avvocato Astolfo Di Amato. La Corte, presieduta da Cristina Domaneschi, ha aggiornato il processo a mercoledì 8 gennaio, alle 11, per le repliche della pubblica accusa (pg Sara Panelli e pm Gianfranco Colace e Mariagiovanna Compare) e delle parti civili. I difensori hanno diritto alle ultime repliche nell’udienza di lunedì 17 febbraio alle 9. Poi i giudici, togati e popolari, dovrebbero riunirsi in camera di consiglio per decidere il verdetto (forse in giornata?) nei confronti dell’imprenditore svizzero chiamato a rispondere dell’omicidio volontario (con dolo eventuale) di 392 casalesi morti a causa dell’amianto che fu impiegato all’Eternit nella produzione di manufatti (tetti e tubi).
SILVANA MOSSANO
ETERNIT BIS – La difesa: “La città era imbottita di amianto, ma non per colpa di Schmidheiny”
I difensori Astolfo Di Amato (a destra) e Guido Carlo Alleva. Dietro, altri legali dello staff difensivo
Signor Stephan Schmidheiny, il suo avvocato ha affermato, con molta onestà, che la comunità casalese, esemplare e moralmente integra, ha subito e sta subendo una tragedia. Non pensa, signor Schmidheiny, che sia giunto il momento, indifferibile, di assumere direttamente e personalmente, da imprenditore filantropo, il coordinamento e il finanziamento di una ricerca seria ed efficace che produca al più presto una cura per guarire tutti i malati di mesotelioma del mondo?
Udienza 4 dicembre 2024 - PARLA LA DIFESA
TRAGEDIA CON MIGLIAIA DI MORTI
«Quella che ha colpito la città di Casale è una tragedia per le migliaia di morti determinate da una malattia terribile. Terribile, sì, si muore soffocati. Questa tragedia ha colpito una comunità esemplare. E’ una ventina d’anni (a partire dall’inchiesta del Maxiprocesso Eternit 1, ndr) che li incontriamo e l’unica esternazione nei nostri confronti è la manifestazione di rispetto per il ruolo che svolgiamo. Una comunità il cui denominatore comune è quello della integrità morale. Quando, in quest’aula, è stata ricordata la signora Romana, be’, sono orgoglioso di averla conosciuta».
Ha iniziato così l’avvocato Astolfo Di Amato, difensore, insieme al collega Guido Carlo Alleva, dell’imprenditore svizzero Stephan Schmidheiny, chiamato a rispondere, davanti alla Corte d’Assise d’Appello di Torino, dell’omicidio volontario (con dolo eventuale) di 392 casalesi morti di mesotelioma, il mal d’amianto.
Dopo le requisitorie dei pubblici ministeri (Sara Panelli, Gianfranco Colace, Mariagiovanna Compare) e gli interventi dei legali di parte civile (tra gli altri, Laura D’Amico, Maurizio Riverditi, Giacomo Mattalia, Esther Gatti, Laura Mara, Alberto Vella, Alessandro Mattioda), ora tocca alle difese.Avevano iniziato già il 27 novembre, con alcune considerazioni preliminari. Nell’udienza di mercoledì 4 dicembre, sono passati a esaminare le questioni di merito. La prima parte è stata svolta dall’avvocato Di Amato; mercoledì 11 dicembre, completerà l’avvocato Alleva. Dunque, una tragedia. Non c’è su questo punto – e non potrebbe esserci – contrapposizione di vedute tra le parti: lo stillicidio terribile e doloroso di morti di mesotelioma è cominciato molti anni fa e continua. E anche la considerazione successiva è ampiamente condivisa: «Una tragedia che colpisce una comunità dall’integrità esemplare necessita di giustizia» ha affermato Di Amato.
SILVANA MOSSANO
ETERNIT BIS – Le parti civili: «L’imputato sapeva, ha mistificato e ha cercato di nascondersi»
i premiati e organizzatori alla cerimonia di consegna del Premio Ambientalista dell’Anno – Luisa Minazzi, che si è svolta a Casale
Si è svolta mercoledì 27 novembre, nell’aula «Giuseppe Casalbore» del Palazzo di Giustizia di Torino, la terza udienza del processo Eternit Bis davanti alla Corte d’Assise d’Appello, presieduta da Cristina Domaneschi, affiancata da Eleonora Gallino e dai giudici popolari. Nella mattinata, hanno parlato gli avvocati che rappresentano le parti civili. Nel pomeriggio, hanno iniziato la loro esposizione i difensori dell’imputato Stephan Schmidheiny, condannato dalla Corte d’Assise di primo grado a 12 anni di reclusione per omicidio colposo aggravato (la Corte di Novara ha anche dichiarato la prescrizione per 199 casi e l’ha assolto per 46 casi). La sentenza è stata impugnata dalla Procura (che ha anche chiesto la rinnovazione del dibattimento, la Corte d’Assise non si è ancora pronunciata) e dalla Difesa.
La prossima udienza è fissata per mercoledì 4 dicembre: parleranno i difensori Astolfo Di Amato e Guido Carlo Alleva che proseguiranno mercoledì 11 dicembre. E’ prevista anche un’udienza il 18 dicembre, ma la presidente valuterà se mantenerla o se fissare nuove date a gennaio.
SILVANA MOSSANO
ETERNIT BIS – La procura insiste: «Ergastolo». E alle “nuove” 441 vittime
si aggiunge una giovane donna
"Signor Schmidheiny, giovedì 21 novembre 2024, è morta di mesotelioma una giovane donna di 48 anni, “figlia” del Monferrato casalese. Signor Schmidheiny, non pensa sia giunto il momento di impegnarsi direttamente per incentivare la ricerca e trovare la cura per guarire tutti, ma proprio tutti i malati di mesotelioma del mondo?"
Si è celebrata, mercoledì 20 novembre, nella maxiaula 1 «Giuseppe Casalbore» di Torino, la seconda udienza del processo Eternit Bis, in Corte d’Assise d’Appello, presieduta da Cristina Domaneschi, affiancata dalla giudice togata Elisabetta Gallino e dai giudici popolari (effettivi e supplenti). La procura generale (pg Sara Panelli affiancata dai pm applicati Gianfranco Colace e Mariagiovanna Compare) ha concluso la propria parte, esponendo i motivi di impugnazione avverso alla sentenza di primo grado pronunciata dalla Corte d’Assise di Novara. Quella Corte ha riqualificato il reato contestato all’imputato Stephan Schmidheiny da omicidio doloso a colposo aggravato; lo ha condannato a 12 anni per alcuni casi di morte; per 199 ha pronunciato la prescrizione; per altri 46 lo ha assolto (incertezze sulle diagnosi e questione di residenza delle vittime).
La sentenza è stata impugnata sia dalla procura sia dalla difesa.
CHE COSA CHIEDE LA PROCURA ALLA CORTE D’ASSISE D’APPELLO?
* Che all’imputato Stephan Schmidheiny sia riconosciuto il dolo (eventuale) e non soltanto la colpa in ordine al reato di omicidio che gli viene contestato per la morte di 392 persone del Casalese a causa dell’amianto
* Che tutti e 392 i casi indicati nel capo di imputazione siano riconosciuti come mesoteliomi e quindi vittime dell’omicidio contestato
SILVANA MOSSANO
StOriE CoSì –
I litigiosi comitati delle stagioni
contro tutto e contro tutti
Piove. Governo ladro! Sarebbe così bello vivere in pace! Invece, sembra inevitabile avercela sempre con qualcuno, anzi, contro qualcuno. Purtroppo, molti movimenti, mobilitazioni, comitati nascono in un solco astioso e si nutrono di quell’humus. Come può succedere? Ve lo racconto, perché «na storia béla fa piasì cüntela», anche se proprio vera non è, proprio finta nemmeno, verosimile sì. Nel diffuso frastuono, spesso rabbioso e ostile, di questo nostro tempo, abbiamo un gran bisogno di storie… come dire… concilianti, magari con qualche venatura di malinconia o con qualche scoppio tragico, ma che lasciano aperta la fessura della speranza e della rinascita. Tra cronaca e romanzo, hanno un posto ideale le «StOriE CoSì», racconti verosimili con i connotati della verità autentica e possibile. BUONA LETTURA.
SILVANA MOSSANO
ETERNIT BIS – Storia umana di una drammaticità fuori dall’ordinario.
La Romana «torna» in aula
Sul maxischermo alle spalle dei sei giudici popolari supplenti, l’intervento di Romana Blasotti Pavesi
(da www.silmos.it)
Processo Eternit Bis. Torino, maxiaula «Giuseppe Casalbore», 13 novembre 2024, ore 9: inizia il giudizio di secondo grado nei confronti dell’imprenditore svizzero Stephan Schmidheiny, chiamato a rispondere, davanti alla Corte d’Assise d’Appello di Torino, della morte per amianto di 392 casalesi. E’ difeso da Astolfo Di Amato e Guido Carlo Alleva.
Una «storia infinita», secondo molti. Una storia di «una drammaticità fuori dall’ordinario» l’ha definita Sara Panelli, magistrata della procura generale che sostiene l’accusa insieme ai colleghi Gianfranco Colace e Mariagiovanna Compare. La Corte è presieduta da Cristina Domaneschi, affiancata da Elisabetta Gallino e dai sei giudici popolari (più sei supplenti). La presidente Domaneschi, fatto l’appello dei presenti e appurato che l’imputato è assente, ha riassunto la vicenda, soffermandosi soprattutto sugli aspetti centrali della sentenza di primo grado emessa, a giugno 2023, dalla Corte d’Assise di Novara.
I giudici di primo grado hanno ritenuto provata la posizione di garanzia di Schmidheiny, cioè di effettivo responsabile dell’Eternit: pur non avendo cariche formali nella società, era lui di fatto, come emerge da più testimonianze (molte anche di persone con posizioni apicali nell’azienda), che assumeva scelte e decisioni strategiche. Era il vertice riconosciuto di Eternit. La Corte di primo grado ha inoltre stimato che, a fronte di alcuni interventi di risanamento nella fabbrica (ad esempio, il passaggio del ciclo produttivo da secco a umido, installazione di strumenti di captazione delle polveri su certi macchinari…), l’imputato non ha ridotto in modo adeguato l’esposizione alle polveri, sia dentro che fuori dall’ambiente di lavoro.
Sulla consapevolezza dell’imputato, i giudici di Novara, pur affermando che Schmidheiny era decisamente in possesso di conoscenze scientifiche specifiche e approfondite circa la correlazione tra amianto e mesotelioma, hanno ritenuto ragionevole che l’imputato fosse convinto della possibilità di un utilizzo controllato dell’amianto, senza arrivare all’interruzione della produzione; in altre parole, secondo la Corte di Novara, Schmidheiny non ha agito con dolo, ma con colpa, cioè con negligenza, imprudenza, imperizia rispetto alle norme dell’epoca. La sentenza è stata impugnata sia dalla procura sia dalla difesa: la prima ribadisce l’affermazione del dolo, la seconda insiste sull’assoluzione.
Conclusa la relazione, sono iniziati gli interventi dei tre esponenti della pubblica accusa: Panelli pg della Procura generale di Torino, Colace pm della Procura di Torino e Compare della Procura di Vercelli (gli ultimi due applicati per questa causa).
SILVANA MOSSANO
ETERNIT BIS – Processo d’appello in Assise a Torino nella maxiaula di 15 anni fa
Mercoledì 13 novembre 2024 inizia, in Corte d’Assise d’Appello a Torino, il processo di secondo grado del filone casalese del cosiddetto «Eternit Bis». Sono state fissate sei udienze entro Natale.
Stephan Schmidheiny, imprenditore svizzero di 77 anni, ultimo patron in vita dell’Eternit (l’azienda che, per decenni, produsse, in Italia e nel mondo, manufatti di amianto, principalmente tetti e tubi per conduttore, camini etc), è accusato di omicidio doloso per centinaia di morti causati dalla diffusione incontrollata di fibre d’amianto, che provoca il cancro maligno chiamato mesotelioma.
E, intanto, sono passati 15 anni. Nell’alba lattiginosa del 10 dicembre 2009 si stagliavano solo i nitidi colori bianco, rosso e verde del tricolore attraversati dalla scritta nera Eternit Giustizia. Le bandiere erano mantelli sulle spalle di centinaia di persone che partirono, su diversi pullman organizzati dall’Afeva (Associazione Famigliari e Vittime Amianto), da piazza Castello a Casale per raggiungere Torino dove si sarebbe svolta la prima udienza di quello che è stato chiamato Maxiprocesso Eternit.
Io c’ero, in quell’alba ormai lontana, ma non sfocata. Così come c’erano altri che ora leggono queste righe. Purtroppo, invece, molti di quelli che c’erano, in quel giorno umido (e nelle parecchie date che seguirono, assecondando i tepori e i colori delle stagioni), non ci sono più. Alcuni se l’è inghiottiti lo stesso perfido male – il mesotelioma – contro il quale salivano sul pullman per raggiungere il tribunale di Torino a chiedere giustizia.
Che cos’è la giustizia? Domanda difficile a cui ciascuno cerca di dare una lecita risposta soggettiva. Provo a dire, dopo profonde riflessioni, che cosa rappresenta per me: è il riconoscimento del principio – nella forma che, in scienza e coscienza, venga considerata la più idonea e la più nobile – che un torto questa città, tanto sventurata e tanto coraggiosa, l’ha subito, e continua a subirlo. Abbiamo bisogno di capire chi e perché è stato compiuto e, poi, di andare oltre, per trovare il modo di scacciarlo quel torto riuscendo a guarire il male che ha provocato.
SILVANA MOSSANO
Folla di casalesi alla prima udienza del Maxiprocesso Eternit a Torino, il 10 dicembre 2009
(da www.silmos.it - Crediti: La Stampa)
StOriE CoSì (5) –
Il burbero fioraio e il giudice severo
Questa storia è totalmente inventata, scaturita dalla mescolanza di vecchi ricordi, ispirati a uomini e luoghi che non esistono più, e comunque totalmente trasfigurati dalla macina della fantasia. «E’ un po’ triste», mi ha detto Filippo Pietro mentre gliela raccontavo per dargli gli spunti da cui ricavare l’illustrazione. Sì, è un po’ triste, perché ci sono giorni un po’ così, in cui nascono StOriE, un po’ CoSì. Ma, poiché, comunque, «na storia béla fa piasì cüntela», io la racconto. Nel diffuso frastuono rabbioso e ostile, abbiamo un gran bisogno di storie che non fanno arrabbiare, che contengono un senso di giustizia e lasciano aperta la fessura della speranza. Tra cronaca e romanzo, hanno un posto ideale le «StOriE CoSì», racconti verosimili con i connotati della verità autentica e possibile. Buona lettura e appuntamento a lunedì prossimo con un’altra «béla storia».
SILVANA MOSSANO
StOriE CoSì (6) – Il parroco, la Gloria e il direttore d’orchestra
Ci fu un tempo in cui la vita delle comunità era regolata sui rintocchi della campana. Aveva un linguaggio da tutti riconosciuto e condiviso. Poi, però, il suono della campana è finito… in tribunale. Come è potuto accadere? Qui narro una storia scaturita un po’ dalla fantasia e un po’ no. Poiché, comunque, «na storia béla fa piasì cüntela», io la racconto. Nel diffuso frastuono rabbioso e ostile, abbiamo un gran bisogno di storie che non fanno arrabbiare, che contengono un senso di giustizia e lasciano aperta la fessura della speranza. Tra cronaca e romanzo, hanno un posto ideale le «StOriE CoSì», racconti verosimili con i connotati della verità autentica e possibile. Buona lettura e appuntamento a lunedì prossimo con un’altra «béla storia».
SILVANA MOSSANO
StORiE CoSì (4) – La principessa dell’alluvione che beffò gli algoritmi
“È vero, credetemi è accaduto…” cantava Domenico Modugno. Ora, credete anche a me: quel che vi narro, nella storia di oggi, è accaduto. Se non è andata proprio così, ci va vicino. E, poiché, comunque, «na storia béla fa piasì cüntela», io la racconto. Nel diffuso frastuono rabbioso e ostile, abbiamo un gran bisogno di storie che non fanno arrabbiare, che contengono un senso di giustizia e lasciano aperta la fessura della speranza. Tra cronaca e romanzo, hanno un posto ideale le «StOriE CoSì», racconti verosimili con i connotati della verità autentica e possibile. Buona lettura e appuntamento a lunedì prossimo con un’altra «béla storia».
SILVANA MOSSANO
StOriE CoSì (3) – Una torrida notte
di mezza estate con Ercole il panettiere
In una torrida notte di mezza estate, quando non si riesce a dormire, si possono fare curiosi incontri… Questa, lo confesso, non è una storia vera, è inventata di sana pianta (l’ho scritta nell’insopportabile caldissima settimana di Ferragosto), ma è molto verosimile. E, poiché, comunque, «na storia béla fa piasì cüntela», io la racconto. Nel diffuso frastuono rabbioso e ostile, abbiamo un gran bisogno di storie che non fanno arrabbiare, che contengono un senso di giustizia e lasciano aperta la fessura della speranza. Tra cronaca e romanzo, hanno un posto ideale le «StOriE CoSì», racconti verosimili con i connotati della verità autentica e possibile. Buona lettura e appuntamento a lunedì prossimo con un’altra «béla storia».
SILVANA MOSSANO
ETERNIT BIS – Il 13 novembre inizia il processo in Corte d’Assise d’Appello a Torino
Processo Eternit Bis, atto secondo. In particolare, è l’atto secondo del «filone casalese» della vicenda giudiziaria Eternit Bis: il caso approda in Corte d’Assise d’Appello per il giudizio di secondo grado. Nei confronti dell’imputato Stephan Schmidheiny, la procura ribadisce la contestazione degli omicidi dolosi di circa 400 casalesi e monferrini uccisi dal mesotelioma, come conseguenza dell’inalazione di fibra di amianto proveniente dallo stabilimento Eternit.
SILVANA MOSSANO
StOriE CoSì (1)
A lezione di scacchi per imparare a combattere (contro la guerra) e vincere in pace
È una storia di scacchi (anzi, sono due storie che si intrecciano) che oggi voglio raccontare. E «Na storia béla fa piasì cüntela». Nel diffuso frastuono rabbioso e ostile, abbiamo un gran bisogno di storie che non fanno arrabbiare, che contengono un senso di giustizia e lasciano aperta la fessura della speranza. Tra cronaca e romanzo, hanno un posto ideale le «StOriE CoSì», racconti verosimili con i connotati della verità autentica e possibile. Buona lettura e appuntamento a lunedì prossimo con un’altra «béla storia».
SILVANA MOSSANO
La Scuola di Quartiere
LABORATORI, ATTIVITÀ, CORSI
A partire da agosto 2024, si terranno dei corsi e laboratori formativi nell'ambito del progetto "NOI PER LA CASA", rivolti ai residenti del quartiere Cristo, con particolare attenzione agli abitanti di via Gandolfi. Questa iniziativa è finanziata dalla Regione Piemonte e si svolge in collaborazione con l'associazione Don Angelo Campora e l'associazione Colibrì.
I COMITATI PER LE PARI OPPORTUNITÀ
NELLA PROFESSIONE FORENSE
Il tema delle pari opportunità è stato oggetto di intervento per la prima volta nell’ambito dell’avvocatura italiana nel 1998. In questa data il Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Bari ha costituito al suo interno un Comitato per le pari opportunità, siglabile come CPO.
Successivamente, nel 2003, è stata istituita la Commissione di Studio per le pari opportunità presso il Consiglio Nazionale forense e nel 2006 è stato definito il primo Protocollo d’Intesa tra i Consiglio Nazionale forense ed il Ministero delle pari opportunità con il successivo Protocollo Nazionale.
Sempre nel 2006, l’allora Presidente del Consiglio Nazionale forense Prof. Avv. Guido Alpa, in occasione della “Giornata europea delle donne avvocato”, dopo aver denunciato il grave ritardo accumulato nel passato “ a causa di una tardiva presa di coscienza da parte delle istituzioni” ha rivendicato la necessità di: “predisporre attività ed istanze di natura culturale, sociale e professionale, volte a sensibilizzare i singoli ordini in merito all’argomento”.
Non è un caso che si sia discusso il tema all’interno della Giornata europea delle donne avvocato, poiché l’Unione europea, da sempre ed in tempi recenti in modo sempre più crescente ha attuato politiche ed interventi legislativi finalizzati all’abbattimento di ogni forma di discriminazione.
È quest’ultimo il punto dal quale partire.
La legge professionale (legge 147/2012) ha previsto che ogni ordine forense debba avere al suo interno un Comitato per le pari opportunità con il compito specifico di favorire l’accesso alla libera professione, alla formazione e alla qualificazione professionale delle donne, nonché rimuovere i comportamenti discriminatori o ogni altro ostacolo che limiti di fatto l’eguaglianza tra uomini e donne nella professione.
Ciò tuttavia non significa che i Comitati per le pari opportunità si debbano occupare solo delle differenze di genere, essendo orientati verso un obiettivo molto più ampio, cioè la lotta contro ogni forma di discriminazione. La promozione dell’eguaglianza è prima di tutto promozione dei diritti fondamentali delle persone sancita dalle Convenzioni internazionali e quindi strumento per la tutela dei diritti umani.
A tal fine è fondamentale che la professione forense si faccia portatrice di quelle che vengono definite come le “buone prassi” (1), cioè specifiche azioni, metodi di lavoro, comportamenti volti a superare gli ostacoli che si frappongono per la realizzazione dell’ obiettivo virtuoso sopra citato.
A titolo esemplificativo, l’avere introdotto quote di rappresentanza femminile all’interno degli ordini è l’esempio di quanto sia stato un comportamento corretto poiché, laddove come ad esempio nell’organismo previdenziale forense, ciò non si è verificato, il numero delle rappresentanti è ancora inferiore rispetto a quello dei rappresentanti.
I Comitati per le pari opportunità si muovono quindi ad ampio raggio sensibilizzando gli iscritti e anche la società civile al rispetto dei diritti umani attraverso buone prassi.
In questo caso fornisco un esempio relativo al foro Alessandrino, dove il Comitato per le pari opportunità, si adopera non solo attraverso l’organizzazione di eventi riservati agli avvocati, ma anche promuovendo attività di formazione nelle scuole.
Da un anno si sono realizzate iniziative di divulgazione e sensibilizzazione in materia di diritti umani, violenza di genere, non discriminazione, che hanno visto protagonisti sia le studentesse e gli studenti delle scuole superiori sia le ragazze e i ragazzi delle scuole elementari - medie. In questi ultimi casi gli strumenti di lavoro utilizzati sono stati il gioco e la drammatizzazione, con risultati notevoli in termini di interesse e partecipazione.
In questo modo si potenza la funzione sociale delle avvocate e degli avvocati, mettendo in luce il ruolo educativo della professione.
Un ulteriore esempio di quanto i Comitati per le pari opportunità lavorino per l’abbattimento di ogni forma di discriminazione è quanto svolto per la creazione di un linguaggio rispettoso delle diversità, attraverso la creazione di stimoli e sollecitazioni quali informative o iniziative finalizzate a mettere in luce i pregiudizi e gli stereotipi, che solo se correttamente evidenziati possono essere compresi nel loro potenziale offensivo e corretti.
Il problema è prima di tutto culturale ed il binomio diritto e cultura si è rivelato come uno strumento sicuramente efficace per la creazione di una formazione inclusiva. Sono state diverse le iniziative in questo senso. A Torino, AIAF Piemonte e Ordine degli avvocati hanno organizzato una serie di proiezioni cinematografiche connesse a tematiche giuridiche. Ad Alessandria il Comitato Pari opportunità ha organizzato al liceo classico una conferenza sullo scrittore Oscar Wilde analizzando l’opera letteraria di quest’ultimo nonché la sua vicenda processuale. Interessanti sono poi stati la realizzazione di eventi sinergici tra più ordini professionali. Ancora alcuni esempi. Il Comitato per le pari opportunità forense alessandrino ha organizzato una giornata di studio con il corrispondente comitato all’interno dell’Ordine dei commercialisti, per analizzare la certificazione di parità di genere nelle imprese ed ancora partecipato ad una mattinata di formazione in materia di medicina di genere in collaborazione con l’ordine delle discipline infermieristiche.
Le attività di studio, le collaborazioni con le scuole, con le professioni, il dialogo con le ragazze e con i ragazzi, il coinvolgimento della cittadinanza, sono tutte buone prassi che creano una cultura rispettosa delle differenze, cultura dove alla domanda: discriminazioni? Possiamo pensare di sentire echeggiare solo una risposta: no grazie.
Il concetto di “buone prassi” è tratto dalla relazione tenuta dall’avv.ta Cesarina Manassero, Presidente CPO di Torino in data 13.10.2023, nell’ambito dell’evento Torino, città delle donne.
Alessandra Bisio
Presidente Comitato Pari Opportunità
Ordine Alessandria
LA NUOVA LEGGE IN MATERIA DI
BULLISMO E CYBERBULLISMO
In data 30 maggio 2024 è stato pubblicato un nuovo testo normativo, in vigore dal successivo 14 giugno.
Si tratta della Legge n.70 recante disposizioni e delega al Governo in materia di prevenzione e contrasto al bullismo e al cyber bullismo. Il provvedimento consta di 6 articoli ed interviene apportando una serie di modifiche nonché innovazioni rispetto alla legge 71 del 2017, che dettava disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione ed il contrasto del solo cyberbullismo. L’intervento estende pertanto il perimetro di applicazione della legge precedente occupandosi del fenomeno ad ampio raggio ed introducendo preliminarmente una definizione anche di bullismo. Quest’ultimo va inteso, ai sensi dell’articolo 1, come :“l’aggressione o la molestia reiterate, da parte di una singola persona o di un gruppo di persone, in danno di un minore o di un gruppo di minori, idonee a provocare sentimenti di ansia, di timore, di isolamento o di emarginazione attraverso atti o comportamenti vessatori, pressioni o violenze fisiche o psicologiche, istigazione al suicidio o all’autolesionismo, minacce o ricatti, furti o danneggiamenti, offese o derisioni”. La definizione appare molto dettagliata ed è comprensiva di quelli che da sempre sono stati definiti come gli atti di bullismo, molte volte integranti specifiche fattispecie di reato.
Va sottolineato con plauso come il legislatore non trascuri la persona intesa nella sua globalità apparendo particolarmente attento all’individuo nella sua dimensione psicologica (si parla di sentimenti di ansia, di emarginazione, di comportamenti vessatori ed esplicitamente di violenza psicologica).
Proprio partendo da questa attenzione alla persona e alla sua salute mentale, la nuova normativa prevede un potenziamento del servizio di supporto psicologico agli studenti attraverso la mediazione delle Regioni e dei Dirigenti scolastici, senza trascurare le famiglie che debbono porsi in una posizione dialogica e sinergica con gli operatori scolastici.
La legge, inoltre, in continuità con quanto già precedentemente disposto e facendo proprie le sollecitazioni di molti Procuratori e Procuratrici minorili (a titolo semplificativo si ricorda la dottoressa Anna Maria Baldelli già procuratrice presso il Tribunale per i minorenni del Piemonte e della Valle d’Aosta), pone attenzione particolare alla prevenzione, non alla punizione!.
A tal proposito viene previsto che ogni scuola debba istituire un tavolo permanente di monitoraggio composto da rappresentanti degli studenti, degli insegnanti, delle famiglie ed esperti del settore che adottino congiuntamente un codice interno di prevenzione con specifiche iniziative.
Inoltre, i dirigenti scolastici vengono responsabilizzati alla segnalazione di atti di bullismo e cyberbullismo con un obbligo di informativa ai genitori degli autori per l’adozione di iniziative di carattere educativo nei confronti dei minori coinvolti. Nei casi piu’ gravi, alla reiterazione delle condotte e al fallimento delle iniziative intraprese dalle scuole, i dirigenti scolastici debbono adire l’autorità competente.
Poiché le attività rieducative non possono e non devono rimanere buone intenzioni, la legge prevede un coinvolgimento diretto del Tribunale minorile nel disporre progetti, con l’ausilio dei servizi sociali territorialmente competenti. Questi progetti potranno prevedere lo svolgimento di attività di volontariato sociale, la partecipazione a laboratori teatrali o di scrittura creativa, corsi di musica, attività sportive, artistiche o di altro tipo, ma in ogni caso attività atte a sviluppare nel minore il concetto di rispetto, di relazione, di empatia, di comunicazione non violenta.
Viene in questo modo data voce alla funzione educativa e rieducativa dell’arte e dello sport, troppo spesso relegate ad attività puramente ludiche o semplicemente ricreative.
Infine, la legge 70/2024 istituisce la “giornata del rispetto”, individuando il 20 gennaio di ogni anno come data emblematica nella quale le scuole dovranno scendere in campo promuovendo iniziative di sensibilizzazione verso i diritti umani. Per le scuole, ma per la cittadinanza in generale, il mese di gennaio di ogni anno diventerà un’occasione di riflessione ampia potendo dar luogo alla sinergia di varie iniziative. Vi invito a prendere nota ricordando che se il 20 gennaio rappresenterà la giornata del rispetto, il 24 gennaio ha già da anni rappresentato la giornata internazionale degli avvocati in pericolo ed infine il 27 gennaio la giornata della memoria. Per ogni data un pensiero, che affido alla sensibilità di ciascuno, ma per ogni data restituisco una mia riflessione: la dignità dell’uomo è la stazione di partenza per ogni destinazione.
Avv. Alessandra Bisio
L’AUGURIO DI BUONA PASQUA
DIVENTI UN SEME DI SPERANZA
“La guerra non è soltanto quella che gli uomini dichiarano, e stanno facendo, e hanno fatto in tutti i tempi e in tutti i modi; la guerra non è soltanto urto di popoli. C’è guerra quando non c’è spirito di fraternità, quando non c’è tolleranza, quando c’è invidia, quando c’è incompatibilità a vivere insieme, quando non si vuole lasciare agli altri il diritto di esprimere la propria opinione. Tutte le volte che noi ci portiamo via un po’ di terra di più, un po’ di pani di più, un po’ di mare di più, un po’ di sole di più, questa è la guerra”. Sono parole pronunciate all’omelia della Domenica delle Palme 1956 da don Primo Mazzolari sulla cui tomba – oltre a quelle di don Tonino Bello e don Lorenzo Milani – è andato a pregare Papa Francesco.
Sono trascorsi sessantotto anni da quella domenica, siamo passati attraverso decenni di difficoltà e di prosperità, di crisi economiche e di sviluppo, di lotte sociali e di inebriature dovute alle nuove scoperte tecnologiche che rischiano di farci perdere la consapevolezza della caducità della vita e, comunque, della sua limitatezza nel tempo, ma non abbiamo ancora imparato la lezione.
Purtroppo siamo di fronte ad uno scenario apocalittico che lascia presagire lo scoppio della terza guerra mondiale proprio per gli egoismi così ben delineati da don Mazzolari. La stragrande maggioranza delle persone non si rende conto che stiamo veramente ballando sull’orlo del baratro e basterebbe leggere almeno un quotidiano per capire che stanno consolidandosi nel mondo logiche disumane, iniziate, sì, con l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia e la sistematica distruzione del popolo ucraino e del suo tessuto urbano costruito nel tempo. Così come è iniziata la devastazione di Gaza e l’uccisione di oltre duecentomila palestinesi inerti e innocenti da parte dell’esercito comandato da Netanyahu dopo il massacro di israeliani da parte del terrorista Hamas del sette ottobre.
Chi pensa si possa continuare su questa strada senza cercare pressantemente e il più presto possibile una pace solida e duratura può solo essere definito un folle perché le armi di distruzione totale non le posseggono, da tempo, soltanto americani e russi. Forse l’affermarsi, e il consolidarsi, di una cultura dell’indifferenza e della mancanza di solidarietà verso chi ha bisogno, di una cultura dell’ingiustizia economica per la mancanza di rispetto dei diritti di chi lavora, di una cultura non rispettosa della malattia e della sofferenza, di una cultura della non partecipazione alla vita sociale e politica della propria comunità, ci ha condotti, consapevolmente o meno, all’attuale realtà.
Di fronte a questo scenario può esserci un augurio pasquale? Un augurio, cioè, di speranza nella realizzazione di un mondo in cui il rispetto dei nostri simili sappia superare tutte le differenze di razza, di religione, di censo, di cultura?
Proviamoci, perché per essere buoni cristiani bisogna essere buoni e onesti cittadini, come diceva don Bosco.
Allora, sì, Buona Pasqua!
Marco Caramagna
Palazzo Monferrato
ALESSANDRIA PREZIOSA
UN LABORATORIO INTERNAZIONALE
AL TRAMONTO DEL CINQUECENTO
Fino al 6 ottobre
INFORMAZIONI RELATIVE ALL’AMMINISTRAZIONE DI SOSTEGNO
ALL’INDOMANI DELLA RIFORMA CARTABIA
L’Amministrazione di Sostegno è uno strumento giuridico introdotto dalla Legge Nazionale n. 6/2004 nel Codice Civile per la protezione della Persona che necessiti di essere aiutata. L’Amministratore di Sostegno può compiere gli atti che il Giudice Tutelare gli attribuisce, in alcuni casi affiancando ed in altri casi sostituendo il beneficiario nelle decisioni ed atti della vita.
L’AdS è uno strumento volto a supportare la persona fragile. Deve essere flessibile e disciplinata in base alle capacità residue della persona che vanno rispettate, valorizzate e conservate.
La Legge della Regione Piemonte n. 1/2004 in materia di servizi socio-assistenziali ha attribuito il compito di protezione della Persona fragile agli Uffici di Pubblica Tutela.
Nello svolgimento di tale compito i suddetti Uffici hanno elaborato, a seguito di confronto con i Magistrati dell’Ufficio del Giudice Tutelare di Torino (IX Sezione civile) e con la Cancelleria tutele un Vademecum reperibile anche sul sito del Tribunale di Torino, contenente le principali indicazioni riguardanti l’incarico di Amministratore di Sostegno anche per relazionarsi nel modo corretto con il Giudice Tutelare e la Cancelleria.
L’Ufficio di Pubblica Tutela è a disposizione degli AdS per chiarire aspetti operativi e tecnici riguardanti la gestione tutelare: come predisporre un’istanza di autorizzazione o una comunicazione al Giudice Tutelare, come impostare un rendiconto, quali dati ed informazioni occorre reperire per poter procedere.
In mancanza di congiunti e famigliari possono essere nominati AdS anche Avvocati che i Consigli degli Ordini inseriscono in Elenchi appositi di Avvocati disponibili ad assumere l’incarico di AdS, e di Tutore.
Anche presso i Tribunali dei Circondari possono essere adottati Protocolli, stipulati d’intesa tra Tribunale, Procura, COA e soggetti pubblici investiti del compito di protezione della Persona fragile, che disciplinano la materia.
Per presentare il Ricorso per la nomina di Amministratore di Sostegno è consigliabile utilizzare il modello in uso presso il Tribunale a cui si rivolge l’istanza. Occorre allegare copie dei documenti d’identità di chi propone la domanda e della persona per la quale si chiede la nomina dell’AdS, copia del certificato medico attestante l’impossibilità per il beneficiario di provvedere ai propri interessi, eventuale copia della documentazione che prova il motivo d’urgenza che giustifica la nomina di un Ads, eventuale copia dell’atto con cui il beneficiario ha designato il proprio possibile AdS, eventuale copia del documento d’identità del soggetto indicato come AdS, eventuale copia del certificato medico attestante la non trasportabilità del beneficiario.
Lo stesso beneficiario può designare una persona quale proprio AdS nelle forme previste dall’art. 408 C.C. Qualora il GT voglia discostarsi dalla volontà espressa dall’interessato, deve motivarlo. Quando deve scegliere l’AdS, il GT preferisce, ove possibile, il coniuge non legalmente separato, la persona stabilmente convivente, il padre, la madre, il figlio o il fratello o la sorella, il parente entro il quarto grado ovvero il soggetto designato dal genitore superstite con testamento, atto pubblico o scrittura privata autenticata. Quando non vi sia possibilità di nominare i soggetti sopraindicati il GT nomina un Avvocato iscritto nell’apposito elenco, motivando nel caso in cui sia invece necessario nominare un Ente.
Il Ricorso deve essere notificato al beneficiario (se non l’ha promosso lui), ai parenti fino al quarto grado e agli affini fino al secondo grado.
Ricevuto il Ricorso per la nomina dell’AdS, il GT fissa l’udienza. Se il beneficiario può recarvisi, viene esaminato in Tribunale dal Giudice che gli spiega in parole semplici il senso della procedura e sente dall’interessato da chi vorrebbe essere aiutato. Se il beneficiario non può essere trasportato viene disposta udienza ove si trova l’amministrando. I parenti ed affini che partecipano all’udienza sono ascoltati. Se non partecipano, l’importante é che la notifica o comunicazione PEC o con a.r. del Ricorso e del Decreto inviata loro sia andata a buon fine. E’prassi che i parenti ed affini che non intendono presenziare facciano pervenire dichiarazione in cui confermano di essere stati resi edotti del ricorso per la nomina dell’AdS, di aver saputo del giorno d’udienza, di essere o di non essere d’accordo sulla nomina e, nel caso ci sia qualcuno indicato come possibile AdS, di concordare o non concordare su quel nominativo.
Qualora sussistano dubbi circa l’esistenza dei presupposti per l’apertura dell’AdS, il GT può incaricare un Medico Psichiatra o Geriatra o di altra Specializzazione per un approfondimento tramite una CTU.
Se, sussistendone i presupposti, il GT apre l’Amministrazione e nomina un AdS, lo fa emettendo un Decreto che indica dettagliatamente quali sono i poteri dell’AdS.
L’AdS viene chiamato ad una udienza successiva per il Giuramento, a seguito del quale assume le funzioni di AdS.
Adempimenti dell’AdS nello svolgimento della sua funzione” nei confronti del Giudice Tutelare.
La Relazione iniziale che contiene la descrizione della situazione personale e patrimoniale della persona beneficiaria dell’AdS. Indica le attività svolte dall’AdS (apertura conto, assunzione badante, ecc.), i problemi emersi coi terzi (le Poste, la Banca, l’INPS), l’inadeguatezza del limite di spesa per provvedere alle esigenze della persona assistita previsto dal Giudice Tutelare nel Decreto, la necessità di modificare o integrare i poteri dell’AdS per operare efficacemente nell’interesse della persona amministrata.
La Relazione iniziale, però, non sostituisce le Istanze. Modifiche al Decreto o autorizzazioni specifiche vanno presentate con istanza a parte.
L’Inventario con cui si descrive il patrimonio quanto alle entrate, uscite, immobili, auto, conti correnti, ecc. all’inizio dell’AdS. L’Inventario formale viene redatto dal Cancelliere o dal Notaio, ma, nelle AAddSS con patrimoni limitati, è ormai prassi la compilazione di un apposito Modello sostitutivo o equivalente Elenco dettagliato dei beni del beneficiario redatto dall’AdS, fatta salva la possibilità di una redazione successiva di Inventario Formale, qualora subentrino elementi che lo rendano necessario.
L’Istanza è la richiesta che si propone al Giudice Tutelare o al Tribunale per ottenere “un’autorizzazione”. L’Istanza deve contenere le informazioni ed i dati la cui conoscenza è necessaria al Giudice affinché questi possa decidere nel miglior modo, avendo presenti tutti i termini esatti della questione.
Il Rendiconto annuale consiste nella illustrazione al GT, per iscritto, di come sono stati gestiti i bisogni ed i beni del beneficiario. Esso deve essere corredato dalla documentazione bancaria e dai giustificativi delle spese e da eventuali altri documenti.
La Riforma Cartabia ha voluto una semplificazione e velocizzazione della procedura che ha trovato un’espressione particolarmente evidente nel D.L. 24.02.2023 n. 13 pubb. In G.U.47/2023 il quale, con l’art. 38, ha acconsentito canali digitali attraverso il portale gestito dal Ministero della Giustizia per il deposito on line delle istanze anche per i cittadini.
Una innovazione importante della Riforma Cartabia è l’art. 21 del D.Lgs. n. 149/2022 che ha introdotto una competenza concorrente con quella dell’Autorità Giudiziaria, attribuendo al Notaio competenza a provvedere alle autorizzazioni per la stipula di atti pubblici e scritture private autenticate in cui interviene un minore, un interdetto, un inabilitato o un soggetto sottoposto ad Amministrazione di Sostegno ovvero aventi ad oggetto beni ereditari.
Oltre che dagli artt. del Codice Civile già dedicati all’AdS, l’istituto è disciplinato dagli artt. da 473-bis.52 a 473-bis.58 della Sezione III dei procedimenti di interdizione, di inabilitazione e di nomina di amministratore di sostegno del Titolo IV -bis (Norme per il procedimento in materia di persone, minorenni e famiglie).In particolare l’art. 473-bis 58 stabilisce che: “Ai procedimenti in materia di amministrazione di sostegno si applicano, in quanto compatibili, le disposizioni della presente sezione. Contro i decreti del giudice tutelare è ammesso reclamo al Tribunale ai sensi dell’art.739. Contro il decreto del Tribunale in composizione collegiale è ammesso il ricorso per Cassazione”. In virtù dell’art. 411 c.c. che estende all’AdS disposizioni previste per il Tutore, in quanto compatibili, sono applicabili diverse altre norme riformate dalla Riforma Cartabia.
Così l’art. 374 riformulato, relativo alle Autorizzazioni del giudice tutelare che devono essere richieste, ad es., per l’acquisto o l’alienazione di beni, la riscossione di capitali, la rinuncia di eredità, l’accettazione di eredità, donazioni o legati soggetti a pesi o condizioni, procedere a divisioni.
L’art. 375 c.c. è stato abrogato. Ora l’autorizzazione del Tribunale è richiesta solo per la continuazione dell’impresa commerciale.
L’art. 378 c.c. vieta all’AdS di acquistare beni e diritti del beneficiato, anche per asta pubblica, direttamente o per interposta persona, senza l’autorizzazione del Giudice Tutelare.
L’art. 779 c.c. stabilisce la nullità della donazione a favore di chi è stato AdS se fatta prima dell’approvazione del conto o prima che sia estinta l’azione per il rendimento del conto medesimo.
Una modifica assai incisiva si verificherà al momento dell’entrata in funzione del Tribunale per le persone, per i minorenni e per le famiglie. Le forti opposizioni sorte relativamente a tale innovazione fanno temere, peraltro, notevoli ritardi.
Avvocato
Bruna Bruni
DI FRONTE ALLA GUERRA
L’OBBEDIENZA NON È PIÙ UNA VIRTÙ
“Dire ‘sì’ al Principe della pace significa dire ‘no’ alla guerra, e questo con coraggio: dire ‘no’ alla guerra, a ogni guerra, alla logica stessa della guerra, viaggio senza meta, sconfitta senza vincitori, follia senza scuse. Questa è la guerra. Ma per dire ‘no’ alla guerra bisogna dire ‘no’ alle armi. Perché, se l’uomo, il cui cuore è instabile e ferito, si trova strumenti di morte fra le mani, prima o poi li userà. E come si può parlare di pace se aumentano la produzione, la vendita e il commercio delle armi? Oggi, come al tempo di Erode, le trame del male, che si oppongono alla luce divina, si muovono nell’ombra dell’ipocrisia e del nascondimento: quante stragi armate avvengono in un silenzio assordante, all’insaputa di tanti! La gente, che non vuole armi ma pane, che fatica ad andare avanti e chiede pace, ignora quanti soldi pubblici sono destinati agli armamenti. Eppure dovrebbe saperlo! Se ne parli, se ne scriva, perché si sappiano gli interessi e i guadagni che muovono i fili delle guerre”. È il passo centrale del messaggio “Urbi et Orbi” di Papa Francesco del giorno di Natale 2023 dalla loggia della basilica di San Pietro, in collegamento con 149 tele visioni di tutto il mondo.
A livello globale il mercato delle armi vale oltre 2 mila miliardi di dollari. La classifica degli Stati esportatori di armi vede al primo posto gli Stati Uniti seguiti dalla Russia, dalla Francia, dalla Cina, dalla Germania, dall’Italia, dal Regno Unito, dalla Corea del Sud, dalla Spagna, da Israele. “Dealflower” è una testata economico-finanziaria digitale e Web Tv sulla quale si possono trovare dati interessanti. Per esempio, secondo dati dell’Ufficio Studi di Mediobanca, l’Italia, pur essendo all’undicesimo posto al mondo, spende 88 milioni di dollari al giorno per l’industria della difesa.
Angoscia per la violenza “cui sovente assistiamo, tra gli Stati, nella società, nelle strade, nelle scene di vita quotidiane”: lo ha fatto rilevare il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel messaggio inviato agli italiani la sera del 31 dicembre. La violenza delle guerre, “di quelle in corso e di quelle evocate e minacciate. Le devastazioni che vediamo nell’Ucraina, invasa dalla Russia, per sottometterla e annetterla. L’orribile ferocia terroristica del 7 ottobre scorso di Hamas contro centinaia di inermi bambini, donne, uomini, anziani d’Israele. Ignobile oltre ogni termine, nella sua disumanità. La reazione del governo israeliano, con un’azione militare che provoca anche migliaia di vittime civili e costringe, a Gaza, moltitudini di persone ad abbandonare le proprie case, respinti da tutti. La guerra – ogni guerra – genera odio. E l’odio durerà moltiplicato, per molto tempo, dopo la fine dei conflitti. La guerra – ha sottolineato il presidente Mattarella - è frutto del rifiuto di riconoscersi tra persone e popoli come uguali. Dotati di pari dignità. Per affermare, invece, con il pretesto del proprio interesse nazionale, un principio di diseguaglianza”.
I morti nei due conflitti più vicini a noi – Ucraina-Russia e Israele-Palestina – sono centinaia di migliaia. Il dramma è anche rappresentato da una assenza di volontà di incontrarsi per perseguire percorsi di pace nell’immediato. Questo coltiva scenari apocalittici dei quali, purtroppo, saremo partecipi perché il pericolo nucleare incombe su tutti i popoli.
Il 13 gennaio scorso, a Bozzolo, nella chiesa di san Pietro dove il 20 giugno 2017 Papa Francesco sostò in preghiera sulla tomba di don Primo Mazzolari, si sono incontrate oltre quattrocento persone di diverse organizzazioni sociali ed ecclesiali per riflettere sulla “guerra alla guerra” e sulle testimonianze di don Mazzolari e don Milani che fecero della pace la propria ostinazione, rifiutarono di assuefarsi al diritto del più forte e si opposero alla logica amico-nemico perché la guerra è un’offesa ai poveri, è la sconfitta dell’umanità e, oggi, porta solo alla sconfitta totale. Ma oggi tocca a noi la responsabilità di coltivare e far crescere una cultura della pace in tutti i campi: da quello dell’informazione a quello dell’economia, da quello della diplomazia a quello della tecnologia. Altrimenti, la nostra momentanea commozione davanti alle immagini dei corpi inerti o straziati resterà tale se non susciterà una ribellione alle ristrette classi dirigenti che non rappresentano il popolo nella sua pienezza e lo mandano al macello. Ricordandoci dell’affermazione di don Milani “l’obbedienza non è più una virtù” di fronte ad ingiustizie avallate da decisioni interessate da chi non ha a cuore il bene delle persone ma il proprio tornaconto politico e personale.
Marco Caramagna
Evento organizzato dal CPO -Comitato pari opportunità- del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Alessandria in collaborazione con A.I.A.F. Piemonte e Valle d’Aosta
LA VIOLENZA ECONOMICA
Un aspetto poco conosciuto
fra i vari tipi di violenze sulle donne
Il 17 dicembre 1999 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite istituì la Giornata Internazionale per l’Eliminazione della violenza contro le donne individuandola nel 25 novembre di ogni anno, anniversario del brutale assassinio avvenuto nel 1960 nella Repubblica Dominicana dove le tre sorelle Mirabal, considerate rivoluzionarie, vennero torturate e uccise.
Il CPO (Comitato pari opportunità) del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Alessandria e l’AIAF - l’Associazione Italiana degli Avvocati per la famiglia e per i minori - Piemonte e Valle d’Aosta presieduta dall’avvocato Bruna Bruni – hanno organizzato un evento formativo sul tema “I mille volti della violenza: violenza economica”, svoltosi presso l’Università del Piemonte Orientale di Alessandria il 22 novembre scorso, con l’adesione della Camera Penale di Alessandria, di Libera, di Medea e dell’Osservatorio Nazionale sul Diritto di Famiglia.
“La violenza ha mille volti – ha sottolineato l’avvocato Alessandra Bisio, presidente del Comitato Pari opportunità dell’Ordine di Alessandria aprendo i lavori – e non ha una tipologia, è molto ‘democratica’ perché appartiene a tutti gli ambiti sociali e ha tanti volti diversi, fra i quali quello della violenza economica è ancora poco conosciuto”. Ed ha richiamato la Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica.
“Una quindicina di avvocati – ha detto Bruna Bruni – ha dato vita al progetto ‘Conto su di me: un percorso didattico per comprendere e contrastare il fenomeno della violenza economica’ (del quale parleremo specificamente in un articolo successivo, ndr), che é iniziato in alcune scuole torinesi e che prevede tre incontri in ogni classe, seguiti da laboratori tematici. Scopo dell’iniziativa è di rendere ciascuno consapevole dell’importanza della propria indipendenza economica”.
L’avvocato Paola Sultana del Foro di Alessandria ha affrontato decisamente la tematica dell’incontro evidenziando che “siamo tutti bombardati da notizie sulla violenza domestica ma della violenza economica sappiamo ben poco perché non c’è una norma che la definisca e che permetta di applicare la stessa disciplina applicata rispetto agli altri tipi di violenze. La violenza economica nei confronti della donna è determinata dal tenerla “all’oscuro del patrimonio famigliare, nella mancata partecipazione alla gestione dei beni, nel vietarle di svolgere una attività lavorativa fuori dalla famiglia. Non c’è riconoscimento del lavoro casalingo della donna – ha detto l’avvocato Sultana – e l’Italia è ultima nella graduatoria europea delle parità nel mondo del lavoro”.
Il dottor Stefano Tacchino, magistrato presso il Tribunale di Alessandria, ha invece evidenziato che “la violenza economica agisce in maniera inversamente proporzionale rispetto alla violenza fisica e non è facile comprendere il momento in cui la donna è oggetto specifico di tale violenza”.
Infine, la dottoressa Cinzia Spriano del Cissaca ha sottolineato l’importanza di lavorare in rete.
Il Museo del Risparmio di Intesa San Paolo – come ha scritto il direttore Giovanna Paladino sul Corriere della sera di Torino - ha realizzato una ricerca su campioni rappresentativi a livello nazionale ed è emerso che il 37 per cento delle donne non ha accesso a un conto corrente personale, il 40 per cento è autonoma solo nelle spese quotidiane e il 60 per cento delega “volontariamente” la gestione del denaro al partner. Così come da un report pubblicato recentemente da WeWorld e realizzato con Ipsos, emerge che una donna su due afferma di aver subito violenza economica almeno una volta nella vita, pari al 49 per cento delle intervistate. Percentuale che sale al 67 per cento fra le separate o divorziate. E, nonostante questi risultati allarmanti, solo il 59 per cento degli italiani considera il fenomeno “molto grave”.
Marco Caramagna
Progetto “Conto su di me"
Il progetto “Conto su di me: un percorso didattico per comprendere e contrastare il fenomeno della violenza economica” ideato e coordinato da A.I.A.F. Associazione Italiana degli Avvocati per la famiglia e per i minori del Piemonte e Valle d’Aosta, condiviso coi Partners: Telefono Rosa Piemonte-Torino, Comitato Provinciale UNICEF Torino e Museo del Risparmio di Torino.
L’Associazione ideatrice del progetto, presieduta dall’Avv. Bruna Bruni, ha “avvertito l’esigenza, quale forma di inclusione e di estrinsecazione attiva del ruolo sociale dell’avvocatura, di dedicare le proprie competenze ed esperienze alle e agli adolescenti per favorire interesse, conoscenza e consapevolezza in ordine al tema della violenza economica, per concretizzare l’ambizioso obiettivo di contribuire a prevenire e contrastare il fenomeno”.
Il progetto è stato condiviso da Telefono Rosa Piemonte-Torino, dal Comitato provinciale Unicef e dal Museo del Risparmio di Torino, che si sono impegnati nella difesa e promozione dei valori della parità di genere con l’obiettivo finale di “promuovere una cultura che, partendo dall’accettazione di sé e dalla valorizzazione di diversità e complessità, dismetta definitivamente il sessismo per diventare inclusiva, non discriminante, fondata sulla consapevolezza che la costruzione e la difesa di un’indipendenza economica è il primo passo per prevenire la violenza economica e, con essa, le altre forme di violenza di genere e domestica”, realizzando veramente una società organizzata sull’uguaglianza di ogni essere umano.
L’iniziativa è già stata avviata in tre classi torinesi iniziando un “percorso di crescita e di formazione delle future generazioni di cittadine e di cittadini, valorizzando, specialmente nel delicato tempo dell’adolescenza, l’informazione e la sensibilizzazione, ma anche le competenze di base indispensabili per riconoscere e, quindi, respingere le forme di violenza di genere e quei comportamenti e disvalori che sono alla radice di atteggiamenti violenti e fra questi, in particolare, la più subdola e strisciante violenza economica”.
“Il progetto pilota che abbiamo iniziato a Torino – sottolinea l’avvocato Bruna Bruni – vorremmo estenderlo anche ad altre realtà del Piemonte e della Valle d’Aosta. In particolare, nelle scuole dell’Alessandrino- anche in collaborazione col Comitato delle pari opportunità del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Alessandria, a sua volta già impegnato su questo fronte-. Riteniamo, infatti, opportuno affiancare la scuola, con le competenze che ci appartengono, per favorire una sintonizzazione multidisciplinare rispetto ad un tema importante dal punto di vista socio-culturale come quello della violenza economica, ponendo al centro del progetto ‘lo studente’ quale punto di partenza e di arrivo dell’intero percorso didattico”.
Marco Caramagna
PAUSA MENSA
Un racconto di Michele Boano
Anche in quel giorno di fine novembre, durante i 60 minuti di pausa mensa, percorrevo a piedi la consueta stradina piatta e diritta, tracciata con la pignoleria di un geometra al solo fine di dividere ortogonalmente e ordinatamente i campi di sinistra da quelli di destra. E a destra e a sinistra, appunto, distese di terreno a perdita d'occhio, piatte, prive di qualsiasi sospetto di novità, ricche solo di un'incommensurabile assenza di stimoli o suggestioni fantastiche, sfruttate da mezzi meccanici marziani comandati da contadini-robot che, attraverso secoli di nottate passate davanti al fuoco a raccontarsi storie al confine tra il mistico e l'esoterico, non avevano saputo produrre altro che lo sfruttamento monocolturale di quella che una volta probabilmente chiamavano "la loro amata terra" ma che oggi rappresentava soltanto il palcoscenico dove manifestare la loro ignorante possanza (o possente ignoranza. Va bene lo stesso).
Anche nei mesi estivi, trovare un rarissimo incredulo fiore era una avvenimento commovente.
Di pallidi papaveri o striminziti fiordalisi si poteva incontrare solo qualche isolato esemplare ma soltanto ai bordi della strada. Nei campi, non una forma vegetale, che non fosse stata prevista dal rigido programma di coltivazione, osava interrompere la dittatura di quella mortificante continuità.
I diserbanti avevano seccato anche la speranza dell'inatteso, consegnando definitivamente le generazioni future alla monotonia...
Dallo Stabilimento alla cabina dell'acquedotto e ritorno: 3,6 Km. Invariati. Sia d'estate sia d'inverno.
"Ogni passo a piedi in più allontanerà nel tempo il peggioramento delle sue condizioni di salute ", così mi ripetevano meccanicamente gli specialisti che, a scadenze prestabilite, misuravano e registravano a futura memoria l'estensione della mia pinguedine...
Se il solo camminare emendasse il genere umano dalla morte, Abebe Bikila, il maratoneta etiopico, avrebbe dovuto vivere 1000 anni... in vece… E se poi qualche antropologo svizzero avesse scoperto che a Matusalemme il “jogging" proprio non riusciva a digerirlo?
Comunque, in mancanza di prove certe, non mi restava che rassegnarmi: non avrei potuto sottrarmi ad un seppur minimo abbozzo di sacrificio... tanto per condividere consapevolmente la responsabilità di salvaguardare la mia presenza nell'Umanità... anche solo numericamente...
Per questo, quasi ogni giorno, dalle 12.30 alle 13.30, mi disponevo all'incantata attesa di una vana sorpresa, passeggiando in quel "non-luogo" perso nella campagna tortonese...
Lontano dai rumori dello Stabilimento in marcia e grazie anche all'ora che escludeva ogni possibilità di incrociare altri rappresentanti del genere umano, lungo quel tragitto consumato, pensavo che non mi sarei mai abituato... non sarei mai riuscito a coniugare quella visione metafisica con il silenzio che mi circondava... Più che una serena passeggiata in campagna, mi sembrava sempre più l’ineluttabile quotidiano appuntamento col subconscio... l’occasione di una scansione introspettiva non sempre richiesta…
Ma quel giorno, al capolinea di quella passeggiata-lavoro, una sorpresa mi stava attendendo.
Una piccola sorpresa, a dire il vero.., ma pur sempre un avvenimento!
Dapprima, mi resi conto della novità riconoscendo che il ritmo con cui si manifestava accompagnava, quasi con sincronia, la cadenza dei miei passi o del mio respiro. Con l'avvìcinarmi, realizzai che si trattava di un lieve, impercettibile, ma ostinatamente cadenzato miagolìo che sentivo provenire dalla cabina dell'acquedotto…
Mi rendo conto che ogni evento, grande o piccolo, apparentemente più o meno determinante, trovi giustificazione e corretta misura nel proprio individuale personalissimo percorso di crescita e, per questo, ritenevo di aver superato già da quasi mezzo secolo la palpitante attesa di poter stringere tra le mani il corpo tremante di un cucciolo che, con determinata protervia, comunica al mondo la sua assoluta solitudine, il suo ingiusto abbandono...
Ne', in condizioni normali, sarebbe stato giustificato attardarmi in vacue considerazioni su argomenti di indiscussa pochezza... mentre milioni di civili inermi subivano quotidianamente il terrore di micidiali bombardamenti, per la sola colpa di essere vessati da dittatori sanguinari autoproclamati.... Che importanza poteva avere per me e per la maggior parte delle persone "di buon-senso" il destino di quel piccolo animale?
Ma quel gomitolo di pelo che con passo insicuro e tentennante nei tentativi di avvicinamento e nelle improvvise successive fughe a ritroso esprimeva il Timore e la Necessità, quasi come rappresentando l'eterno umano dubbio se concedersi con fiducia o restare da soli, evitando investimenti rischiosi, evitando dannose esperienze, ebbene, quella vita disperata forse rappresentava per me qualcosa in più di quanto apparisse…
E quello che io avrei potuto/dovuto fare rappresentava l'occasione che la "Civiltà" doveva cogliere per manifestare generosamente la propria comprensione nei confronti del "debole" che chiede protezione e conforto. Rappresentava l'infinitamente piccola occasione data all'uomo qualunque di poter fare una scelta di campo... e non solo di canale televisivo... Rappresentava tutti i reconditi significati che si possono attribuire al semplice gesto di rincuorare un cucciolo che dilania il silenzio più abissale col proprio urlo di bisogno, imperativo manifesto esistenziale, al di là di ogni cinica minimalizzazione...
Per tutte queste ragioni, e anche per qualcun'altra, attesi pazientemente che il gattino si facesse raccogliere e, dopo aver tentato di rassicurarlo, compresi che non avrei potuto abbandonarlo, sicuramente molto lontano dalla madre, sicuramente, da lì a poco, vittima sacrificale del crudele segugio di qualche cacciatore imbecille.
In qualche modo, la mia presenza era intervenuta nella scena e se un Programmatore c'era, questi si aspettava che in qualche modo IO avrei dovuto interferire nel succedersi precostituito degli eventi.
Forse era soltanto il preannunciarsi di un senso di colpa col quale non avrei saputo convivere agevolmente, anche solo nei successivi cinque minuti, se avessi deciso di proseguire la mia strada con indifferenza.
Comunque, sentivo su di me il peso di una evoluzione emotiva che, in quel momento, ritenevo di poter condividere con buona parte delle persone civilizzate. Non si abbandona chi ritiene di aver bisogno! Si tratti di chiunque. Pensando ad un allontanamento involontario dalla madre, dapprima cercai invano presso qualche cascina isolata... Per lo più erano luoghi abbandonati utilizzati per il ricovero di attrezzi e macchinari. Prevedendo la negazione di qualsiasi rapporto "parentale", ancor più provocato dalla mia inopportuna invasione durante l'ora di pranzo, decisi di desistere dall'iniziativa di cercare ancora qualcuno che potesse aiutarmi. Quindi voltai i tacchi e mi avviai col cucciolo verso il paese.
Ecco, sì, in paese, forse, avrei trovato una soluzione.
Il tragitto di ritorno divenne ben presto una tortura. Il povero animale aveva già compreso pienamente che entrambi non eravamo in possesso di un numero di cromosomi sufficienti per farci assimilare alla stessa specie, così iniziò a divincolarsi, piantandomi le unghie ovunque fosse in grado di far presa.
Dal canto mio, sapevo che se il gattino mi fosse sfuggito, non sarei stato in grado di riprenderlo, a meno che non mi fossi imbrattato di fango correndogli dietro in mezzo ai campi.
Non mi restava altro da fare che soffrire in silenzio, costringendo il povero animale in posizioni per lo meno scomode e coltivando la convinzione che, in fondo, tutto si stava svolgendo per un fine ultimo elevato...
La strada non finiva mai.
Il gattino continuava a miagolare ritmicamente con quanto fiato aveva in gola, chiamando la madre perché, chissà da dove, sopraggiungesse a liberarlo.
Io, lontano da testimonianze inopportune, rispondevo con un'impacciata imitazione di quello che speravo potesse passare per un rassicurante miagolìo materno. Naturalmente la disperazione del povero animale non trovò tregua. La mia pure.
Non ostante sapessi che mi sarei esposto ad una imperitura colossale presa in giro, trassi di tasca il cellulare e, con l'animale che si divincolava nell'altra mano, concitatamente, composi il numero interno di qualche mio collega per sondare un'insperata disponibilità all'accoglienza. Ma, naturalmente, erano tutti irrintracciabili durante la pausa mensa… Uno di questi, trovato dopo alcuni tentativi, mi fece capire a chiare lettere cosa non avrei dovuto fare: portare il gattino in Stabilimento. Ce n'erano già troppi. E questo era vero. Ti scrutavano nascosti tra i fusti di prodotti chimici o tra le tubazioni di una pompa, vittime inconsapevoli di inevitabili e, a volte mortali, contaminazioni. Raramente li si poteva scorgere, mentre attraversavano speditamente uno spiazzo aperto, con le codine e le zampettine rimaste inespresse, non cresciute proporzionalmente al resto del corpo, e mostrando così come la mutazione del loro patrimonio genetico avesse influito sulle giovani generazioni. Continuai a confidare in una qualche soluzione, una volta raggiunto il paese. Ma sempre più temevo che l'interpretazione corretta del mio ruolo avrebbe potuto mostrare il fianco a più di un osservatore anche disattento.
Raggiunte le estreme propaggini del luogo abitato, riscontrai che mentre tutti erano probabilmente seduti intorno al sacro desco, i loro cortili erano senza dubbio abitati da cani famelici...
Quando incominciavo a perdere la speranza, improvvisamente, come in una visione dantesca, mi apparve un ragazzetto uscito da una corte aperta sulla strada. Era uno strano ragazzetto. Parlava da solo o, forse, imitava qualcuno che parlava in viva voce al telefonino. Ma a me importava poco. Certo che anch’io, come "adulto rispettabile", non credo di essergli apparso un gran che normale, con tra le mani qualcosa che somigliava sempre più ad una tigre incazzata, piuttosto che ad un cucciolo affettuoso.
Tentai un approccio furbesco... "Hei! Non vorresti mica un gattino? Guarda com'è bello!"
"Fossi matto!" Fu la risposta senza possibilità di appello.
"Beh! Almeno aiutami a piazzarlo presso qualcuno che conosci... Io non posso importunare rispettabili sconosciuti...”
Il ragazzetto accettò il ruolo di Virgilio e mi inoltrò presso alcuni gironi infernali. Esiti non riferibili...
Finalmente mi venne in mente che da quelle parti abitava Fabio. Un giovane turnista che, se fossi stato fortunato, avrei potuto trovare a casa. La sua auto era parcheggiata da lì a poco distante e la possibilità di venirne fuori mi apparve plausibile.
Così il ragazzino strimpellò senza pietà il campanello di casa del mio collega.
Passarono alcuni minuti interminabili.
Finalmente il volto di chi poteva rappresentare la mia salvezza si affacciò, un po' arruffato come di chi è stato tirato giù dal letto dopo un turno di notte in fabbrica. Aveva la sua solita espressione sorridente ed enigmatica. Forse non avrebbe dovuto apparire così sorridente...
In breve gli raccontai la situazione e, giocando di anticipo, prima che potesse proferire parola, gli mollai il gattino in braccio. Quindi, dopo averlo investito dell'incombenza ormai non più mia, lo esortai a dargli un po' di latte, tanto per uscire dal mio lieve imbarazzo e mitigare, più che il commiato..., la fuga che già mi ero accinto ad intraprendere.
Mentre mi voltavo avviandomi spedito verso la Fabbrica, intuivo lo sguardo inebetito dell'amico che, col gattino in braccio e il ragazzino che lo accarezzava, abbozzava qualche scusa non raccolta, mentre si concretizzava la convinzione di essersi fatto irrimediabilmente inguaiare.
Bene. L'operazione salva-gattino era conclusa.
La coscienza collettiva dell'Umanità poteva ritenersi soddisfatta, al meno in quel frangente, e, cosa ben più importante, i segugi sanguinari erano rimasti senza l'insperato divertimento..
Giunto in ufficio raccontai a qualcuno della piccola-grande avventura. Non ricordo di aver raccolto più di un cortese ascolto silenzioso.
A sera, in famiglia, tornai in auge per qualche minuto.
Più ripensavo tra me e me a tutta la storia, più mi sembrava che i significati perdessero l'importanza originale... In breve a ricordarmi dell'accaduto restarono solo i graffi sulle mani...
Da lì a qualche giorno incontrai nuovamente Fabio in Fabbrica.
Non mi sembrava tanto disponibile come al solito, anzi, questa volta mi perlustrava un po' torvo, da distante, come di chi cerca di pesare il grado di sconvolgimento mentale che a volte abita chi ci sta di fronte, cercando intorno con la coda dell'occhio qualche improvvisata arma di difesa... in caso di bisogno... non si sa mai…
Poi, superato l'impasse, mi raccontò come la storia del gattino fosse andata a finire...
Lui, come me, non poteva prendersi cura dell'animale. In quel pomeriggio e per tutta la serata aveva preso impegni tali da non consentirgli di cercare una soluzione presso qualche conoscente. Pertanto, non restava altro da fare che riportare il piccolo animale entro il recinto della cabina dell'acquedotto, esattamente dove l'avevo trovato io.
In questo modo aveva chiuso il cerchio. Aveva annullato tutto con un semplice gesto essenziale. Aveva fatto ritornare indietro le lancette dell'orologio, nulla togliendo e nulla aggiungendo a quello che "il destino" aveva riservato a tutti gli attori della farsa...
Tentò di spiegarmi che la visione del mondo era un po’ diversa tra "quelli che stanno in città" e "quelli che abitano in campagna".
"... Se tutti i gattini che vengono al mondo restassero in vita, i paesi sarebbero abitati dai gatti e non dai Cristiani!..."
"... Ne puoi scegliere uno. Se va bene due. Ma hai idea di quanti ne nascono per cucciolata?..."
"... E poi, quello avrà avuto al massimo due mesi, e, in campagna si sa, i gattini che diventano grandi sono quelli che nascono nei mesi estivi... Sarebbe stato destinato a morte sicura..."
"... Comunque, - mi disse salutandomi - come mi hai detto tu, prima di riportarlo dove l'hai trovato, gli ho dato un po ' di latte..."
Tornai il giorno dopo alla cabina dell'acquedotto. Del gattino non c'era più traccia.
Così, per concludere il mio contributo a questa storia, come tutte le storie del mondo, anche questa si è conclusa con un semplice colossale punto interrogativo, a definitivo suggello di quanto tutte le ragioni, per quanto valide e imprescindibili appaiano, in realtà contribuiscano soltanto a creare un enorme, indistinto, amalgama grigio dal quale è impossibile per chiunque distinguere illusioni di verità...
E il punto di vista del gattino? Forse è stato solo un'illusione... ed io mi sono inventato tutto per trovare, al meno per un giorno, una via di fuga da quel paesaggio di plastica…
Miao!
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Supplemento a "Pagine Azzurre" - Direttore Responsabile Marco Caramagna - Aut. Trib. Alessandria n. 30 del 18/11/2014