PROGETTO EFFE

E la chiamano solidarietà

 

Marco Caramagna

“Nata tra i poveri”. È il titolo di apertura del quotidiano “Avvenire” del 28 novembre 2021. Si tratta della “omicron”, la variante del Covid-19 che è stata rilevata in Sud Africa e che è giunta in Europa. Tutto il continente africano è in grandissime difficoltà umanitarie per altre malattie che lo perseguitano da decenni e che, nonostante gli sforzi e gli impegni del mondo “civilizzato”, non riesce a risolvere. Da tempo si è aggiunta anche la pandemia del Covid-19.

“Quel miliardo di dosi in frigo che ha condannato l’Africa” è, invece, il titolo di un articolo su “la Repubblica” del 28 novembre emblematico di una realtà che nessuno vuol conoscere. “Alla fine del 2021 i Paesi ricchi – scrivono le autrici dell’articolo, Elena Dusi e Raffaella Scuderi – avranno 1,2 miliardi di dosi non usate in frigorifero, stima Airfinity, società di analisi londinese. Di queste, 50 milioni in scadenza a dicembre andranno gettate. In Africa di vaccini buttati e bruciati, perché scaduti, ne sanno qualcosa la Repubblica Democratica del Congo e il Malawi. Ad aprile Kinshasa ha restituito 1,3 milioni di dosi a Covax, l’organizzazione internazionale per la distribuzione ai Paesi poveri; il Malawi a maggio ne ha bruciati 20 mila; almeno altri sette Stati africani ne hanno  distrutto 450 mila”.

“Fino ad oggi, calcola sempre Airfinity, gli Usa hanno donato il 25% delle dosi promesse. Negli ultimi mesi hanno accelerato un po’ e dovrebbero arrivare a 300 milioni per la fine dell’anno. L’Ue ha mantenuto il 19% dei suoi impegni, regalando quasi esclusivamente le fiale di AstraZeneca che nessuno voleva più”.

Notizie di questo genere sono sufficienti a farci comprendere che sarà difficile uscire da una realtà dove i vaccinati raggiungono, per mille motivi, Paesi e popolazioni di non vaccinati, con “varianti” del virus che continuano a mantenerlo vivo e vegeto, quando non più aggressivo e micidiale.

Non solo. I grandi Paesi del Sud del mondo, che annoverano la maggior parte della popolazione mondiale, a tutt’oggi hanno avuto solo il 3% delle dosi di vaccino.

Possiamo solo aggiungere l’inchiesta de “la Repubblica”, sempre del 28 novembre, titolata “Fuga dal 118”: i pronto soccorso si svuotano di medici e infermieri. La loro crisi è diventata una polveriera: sociale, sanitaria e umana. Per i turni infernali e le continue aggressioni. In due anni duemila operatori si sono trasferiti in altri reparti o sono andati a lavorare all’estero. E i corsi per gli specializzandi vanno deserti.

Ognuno può trarre le proprie, personali riflessioni e considerazioni.

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Supplemento a "Pagine Azzurre" - Direttore Responsabile Marco Caramagna - Aut. Trib. Alessandria n. 30 del 18/11/2014